lunedì, luglio 31
Affascinato da questo mondo vi propongo quest'articolo-storia sullo stile mod...
Buona lettura e rispetto per chi porta avanti la propria linea senza mescolarsi alla massa che oggi, nel 2006, è sempre più ignorante e priva di qualunque principio...
A presto fratelli...





Lo stile mod nasce sul finire degli anni Cinquanta a Londra, quando giovani ragazzi e ragazze cominciarono a usare questo termine per descrivere la loro scena. La parola è una abbreviazione di modernists, ovvero i fan del modern jazz, che nei primi anni Cinquanta avevano sviluppato uno stile nel vestire sobrio, raramente sgargiante e fortemente elegante fino all'ultimo dettaglio, ispirato all'Ivy League look, ovvero al modo di vestire nelle più prestigiose università americane: camicie botton-down, giacche tre bottoni con revere stretti, pantaloni senza pences, cravattini fini, mocassini o brogues. I mods presero ispirazione da questo look e ci misero del loro prendendo influenze da tutto ciò che arrivava di nuovo dal continente Europeo (soprattutto dall'Italia e dalla Francia, in quel periodo all'avanguardia nella moda): polo, maglie, scarpe, scooters, tagli di capelli erano tutti mezzi per creare il cosiddetto "total look", ovvero un'immagine nel complesso coerente ed elegante, del tutto distinta al modo di vestire della massa omologata, ma non per questo sgargiante o di cattivo gusto. Il tentativo di differenziarsi dagli altri era continuo e come conseguenza, il look dei mods era in continua evoluzione. Seguendo il paradigma "Adopt, Adapt, Improve" ("Adotta, Adatta, Migliora") i mods prendevano spunto dai diversi input che la società consumistica del periodo, in pieno boom, gli offriva e li facevano propri

reinterpretandoli in modo personale senza mai essere troppo influenzati da mode effimere, ma al contrario creandole. I capi d'abbigliamento cambiavano in maniera vertigionosa, mantenendo comunque sempre un ottica minimalista: indumenti funzionali all'uso (ad esempio il parka usato esclusivamente per proteggersi dall'intemperie nel viaggiare in scooter) e colori poco sgargianti. Cosa era "in" un giorno, poteva essere "out" la settimana successiva. La filosofia mod era proprio questo: prendere il meglio che la società offriva, non per seguire passivamente una moda, ma per puntare alla continua ricerca di una perfezione estetica (ma non solo estetica, anche comportamentale) individuale. Il fenomeno mod nacque subito come stile elitario, solo coloro che avevano la costanza e la voglia di mantenere uno stile impeccabile erano accettati nel ristretto mondo underground dei mods, costituito da un circuito di locali (dove si ascoltava un certo tipo di musica non ancora commerciale: jazz, soul, R&B e ska jamaicano) sconosciuto ai più. Non era una questione di chi aveva più soldi, ma di chi maggiormente possedeva doti come originalità, gusto e inventiva. Il fenomeno mod fu trasversale alla società londinese, tradizionalmente molto chiusa tra le diverse classi sociali: essendo una questione di stile, esponenti della working class non avevano niente da invidiare ai loro corrispettivi dell'upper class ed il rispetto degli altri mods si acquisiva indipendentemente dal proprio conto in banca. La musica era un aspetto fondamentale per ogni mod e solo chi aveva la voglia e il gusto di ricercare la musica più oscura era degno di far parte dei questa setta.Quando verso il 1964 i media scoprirono questo fenomeno sotterraneo, il fenomeno perse molte delle sue caratteristiche fondamentali, soprattutto la sua qualità di fenomeno elitario. Tantissimi adolescenti cominciarono a definirsi mod, ma la massa determinò la conseguente morte di questo fenomeno. I mods divennero un fenomeno nazionale con programmi televisivi (Ready Steady Go), gruppi musicali mod (Who, Small Faces, Action) e soprattutto con gli scontri nelle località marittime contro i rockers, considerati da questi giovani mods diversi e troppo lontani da quell'ideale di stile (estetico e comportamentale) a cui loro tendevano. Con i mods divenuti un fenomeno "mediatico" da baraccone, gli ispiratori originali dello stile smisero di appellarsi mods, e preferirono definirsi "stylists", per differenziarsi dai ragazzini che avevano inflazionato la parola "mod". Verso il 1966, gli unici rimasti a portare avanti la bandiera dello stile mod, oltre a questa elite di "stylists" in incognito, era una nuova generazione di giovani che nell'underground delle periferie delle varie città inglesi si costituirono in gang di quartiere e si definirono "hard mods". Il loro look era molto più spartano dei mods originali e molto più casual e da strada (a parte le serate dove ci si impegnava a mantenere alti gli standard di eleganza e stile). La musica prediletta era quella jamaicana e quella soul, mentre veniva vista con fastidio la musica fatta da gruppi (soprattutto inglesi) che ancora si definivano mods, ma che sia dal punto di vista estetico (vestiti sempre più sgargianti e colorati, capelli sempre più lunghi) che comportamentale (uso di droghe pesanti, atteggiamento sempre più trasandato) si erano allontanati dallo spirito originario del movimento mod e che in seguito diedero vita la fenomeno hippy. Il fenomeno mod ebbe una fase di rinascita sul finire degli anni Settanta, quando un revival scaturito dall'uscita del film Quadrophenia e da gruppi punk che erano stati influenzati dall'esperienza mod (Jam, Secret Affair, Purple Hearts) diedero il via ad un fenomeno di massa che durò l'arco di due stagioni. Gran parte dei revivalisti erano a digiuno delle vere origini dello stile mod e presto abbandonarono il tutto, per seguire qualche nuova moda. Questo revival ebbe comunque l'effetto di ridare impulso ad una nuova generazione di mods, che erano rimasti (nonostante venissero derisi dalla stampa come fenomeno anacronistico) anche dopo lo sgonfiarsi della moda. Decimati in numero, i mods negli anni Ottanta tentarono di ricreare la vera essenza dello spirito mod delle origini e diedero vita ad un circuito mod sotterraneo, autogestito e lontano dai riflettori, che bene o male è sopravvissuto ai giorni nostri diffondendosi anche al di fuori dell'Inghilterra.


Tratto da www.stilemod.it
 
posted by Senza Padroni at 4:31 PM | 1 comments
sabato, luglio 29
Ancora una volta lo spunto è il libro "Febbre a 90'" di Nick Hornby, però stavolta riletto su www.asromaultras.it...Buona lettura...


"...I grandi club sembrano essersi stancati della loro base di tifosi, e in un certo senso, chi può biasimarli? I maschi giovani della classe operaia e del basso ceto medio portano con sé una serie di problemi complicati e talvolta penosi; i dirigenti e i presidenti potrebbero controbattere che è stata data loro un'occasione e che se la sono lasciata scappare, e che le nuove famiglie piccolo-borghesi - il nuovo target in quanto a pubblico - non solo si comporteranno bene, ma pagheranno anche molto più per farlo. Questa argomentazione ignora problematiche di fondamentale importanza, riguardanti la responsabilità, la giustizia e l'opportunità che le società calcistiche debbano rivestire o meno un ruolo all'interno della comunità locale. Ma anche senza tener conto di questi problemi, a me sembra che il ragionamento non fili comunque. Parte del piacere che si ricava dall'andare nei grandi stadi di calcio è un piacere parassita e riflesso, perché a meno che uno non vada nel North Bank (come la Curva Sud per l'Arsenal, n.d.L.), nel Kop o nello Stretford End, vuol dire che, per l'atmosfera, si appoggia agli altri; e l'atmosfera è una delle componenti fondamentali nell'esperienza del calcio. Questi enormi settori sono tanto importanti per un club quanto i giocatori, non solo perché i loro habitué offrono un supporto di tipo sonoro alla squadra, e non solo perché riforniscono le società di grosse somme di denaro (anche se non sono elementi trascurabili) ma perché, senza di loro, a nessun altro gliene fregherebbe niente di andare allo stadio. L'Arsenal e il Manchester United (ma anche la Roma, n.d.L.) e tutti gli altri hanno l'impressione che la gente paghi per vedere Paul Merson e Ryan Giggs, e naturalmente è vero. Ma molti di loro, le persone sedute nelle poltroncine da venti sterline, i pezzi grossi in tribuna - pagano anche per vedere la gente che guarda Paul Merson (o per ascoltare quello che la gente gli urla). Chi pagherebbe un posto in tribuna se lo stadio fosse pieno solo di pezzi grossi? Il club vendeva quei biglietti a condizione che l'atmosfera fosse gratis, e così il North Bank rendeva, quanto a incassi, come qualunque giocatore. Chi farà casino adesso? I bambini e le loro mamme e i loro papà piccolo-borghesi di periferia verranno ancora, se dovranno fare tutto da soli? O si sentiranno imbrogliati? Perché in pratica il club ha venduto loro dei biglietti per uno spettacolo in cui l'attrazione principale è stata rimossa per fare loro spazio. Ancora una cosa sul genere di pubblico che il calcio ha deciso di volere: le società devono essere sicure di risultare efficienti, di funzionare, di non incappare in annate magre, perché i nuovi spettatori non sopportano i fiaschi. Questo non è il tipo di persone che ti viene a veder giocare contro il Wimbledon in marzo quando sei undicesimo in Prima divisione e ormai fuori da tutte le gare di coppa. Perché dovrebbe? Ha mille altre cose da fare. Quindi, Arsenal, basta con i periodi <> lunghi diciassette anni, come quello tra il 1953 e il 1970, d'accordo? Niente flirt con la retrocessione, come nel 1975 e nel 1976, niente sfilze di cinque e passa anni in cui manco arrivi a una finale, come tra il 1981 e il 1987. Noi aficionados gonzi passavamo sopra anche a questo, e in almeno ventimila ci facevamo vivi indipendentemente da quanto scarsi eravate (e certe volte siete stati molto, molto scarsi davvero); ma su questa nuova brigata... io non ci farei tanto affidamento".

 
posted by Senza Padroni at 7:15 PM | 0 comments
LA SUPERLEGA DELL'ETICA


L’Inghilterra e la Francia non vogliono il Milan in Europa, ma l’Uefa alla fine consentirà ai rossoneri di disputare i preliminari di Champions. E’ vero che lo sputtanamento del Milan e dei suoi dirigenti ci sarà comunque,visto che il sì alla Champions verrà dato dopo un esame di comportamento etico, ma è altrettanto vero che il tutto sa di vendetta più che di giustizia. La Juventus e il Milan da diversi anni sono in lotta con la Fifa e l’Uefa sia per gli indennizzi pretesi dai club che danno giocatori alle varie Nazionali sia per il progetto che le due società italiane hanno sempre appoggiato: quello di una Superlega europea. Tra i membri del G14 proprio Juventus e Milan sono stati i più tenaci teorizzatori di questa superlega che sostituirebbe l’attuale Champions, con tutto quel che ne deriva. Il progetto, che per anni è stato portato avanti principalmente da Juve e Milan, in pratica sarebbe un vero e proprio campionato europeo per club, riservato alle squadre più famose e ricche d’Europa, con eccezionali profitti televisivi. Un campionato organizzato dai G14 che toglierebbe valore alla Champions e per questo osteggiatissimo dall’Uefa che senza la Champions, sua principale fonte di entrata, finirebbe sul lastrico. Il progetto (per il momento) non può essere portato avanti e l’Uefa cerca di punire chi ha osato anche solo pensarlo. La Juve è in B e l’iscrizione del Milan dopo che la Federcalcio ha comunicato all’Uefa la lista delle squadre per la Champions non poteva escludere i rossoneri. In realtà c'è stato un po' di teatrino: l’Uefa ha già deciso di accettare il Milan, che è pur sempre la seconda squadra come numero di Champions vinte, ma ha voluto sputtanarlo in maniera planetaria inventandosi un 'esame etico' che se dovesse sostenerlo la stessa Uefa non lo supererebbe mai.

Di Franco Rossi
Tratto da www.indiscreto.it
 
posted by Senza Padroni at 10:57 AM | 0 comments
giovedì, luglio 20
Siamo ormai arrivati a buon punto della stagione estiva. Stiamo tirando i piedi al tempo come non mai, perché di sti cazzo di ombrelloni non ne possiamo più. E pensare che da piccolo detestavo quella canzone dei righeira e adesso non vedo l'ora che l'estate finisca! I risparmi sotto la mattonella aumentano di mese in mese e le formiche-ultras danno il massimo per affrontare al meglio la nuova stagione. Il campionato è sempre più vicino, la coppa italia è dietro l'angolo. È tempo di programmi, è tempo di guardare al futuro e l'ansia di rimettersi in gioco è tanta. Inutile usare doppi sensi e giochi di parole, la prossima stagione si presenta come una lunga e tortuosa strada e solo stando tutti insieme possiamo arrivare alla meta. Non ho mai creduto nel destino o nelle previsioni del futuro, ma ho sempre creduto nel passato. Non si può dire "cazzo abbiamo sbagliato due gol adesso potevamo stare sul due a zero" No! Dopo il primo gol c'è la palla al centro e dopo chissà cosa cazzo può succedere. La vita è un intreccio di avvenimenti una somma di storie che ti portano ad un risultato finale che stai vivendo in questo momento. Ecco perché credo che chiunque merita il mio rispetto, specie chi ha dato una mano grandissima per quella piccola cultura del tifo presente a manfredonia, per la formazione di questo gruppo di ragazzi e che adesso fa si che mi trovi qui a scrivere questo articolo e a parlare di questo folle mondo ultras invece di stare a lavorare in qualche fabbrica del nord. Quindi andiamo a ricordare chi ha scritto il nostro presente.
Tutti in campo sotto la sua curva!
Pasquale uno di noi!
Lunga vita a chi la domenica e la settimana tutta, la passa come me!
 
posted by Senza Padroni at 8:49 PM | 4 comments
sabato, luglio 15
Sicuramente conosciuto dai più... io lo ripropongo perchè troppo pieno di significato...
Buona lettura...


"...A destinazione venivamo accolti da centinaia e centinaia di agenti di polizia che ci scortavano fino allo stadio lungo un percorso tortuoso che passava fuori dal centro città; durante queste camminate le mie fantasie di hooligan metropolitano viaggiavano a briglia sciolta. Ero completamente al sicuro, protetto non solo dalla legge ma anche dai miei compagni tifosi, e mi sentivo quindi libero di gridare a squarciagola con la mia voce ancora da bambino i cori minacciosi assieme agli altri. A dir la verità non sembravo poi tanto duro: ero molto più basso di quanto avrei dovuto essere, e portavo un paio di occhiali alla Clark Kent di quelli che passava la mutua, anche se durante queste marce li nascondevo, presumibilmente per cercare di spaventare almeno quel tantino in più. Ma quelli che mugugnano sulla perdita di identità che i tifosi di calcio devono subire non colgono affatto nel segno: questa perdita di identità può essere un processo paradossalmente positivo. Chi vuole rimanere uguale a se stesso per tutta la vita? A me, una volta tanto, anziché essere l'idiota provinciale occhialuto dalle orecchie a sventola, piaceva riuscire a spaventare i negozianti di Derby o di Norwich o di Southampton (e loro erano spaventati, ve lo assicuro). Le mie occasioni di intimidire la gente erano state fino a quel momento piuttosto limitate, anche se sapevo che non ero certo io che facevo scappare le persone sull'altro lato della strada, tirandosi dietro i bambini; eravamo noi, e io ero una parte del noi, un organo del corpo hooligan"


tratto da "Febbre a 90' di Nick Hornby
 
posted by Senza Padroni at 9:59 PM | 1 comments
venerdì, luglio 7
Un calcio d'angolo, una respinta, un passaggio di tacco, un tiro, la rete che si gonfia, una corsa senza una meta con le lacrime agli occhi e poi tutti a terra. Sudore, tensione, fiumi di birra: non esultavo così tanto da quel gol di Manca in Manfredonia-Cavese. Incredibile quasi impossibile cercare di descrivere come ti senti in quei momenti. La tensione scoppia, la vedi andare via libera verso il cielo mentre il mondo sembra fermarsi per qualche istante e poi sfasci tutto quello che hai intorno senza pietà, perchè quella maledetta palla è andata in rete e loro che si davano per vinti li vedi morire sotto i tuoi piedi. Nessuna pietà, piangete! Ti "ricomponi" ritorni davanti alla tv, non ritrovi la tua sedia, resti in piedi: quel cazzo di pallone rientra in quella maledetta rete... GOL! Di nuovo! Non ci credi! Riprendi tutto quello che hai tra le mani e risfasci tutto. Ti riunisci con i tuoi fidi compagni, quasi a formare una sola persona e cominci a fare il tuo mestiere, cominci a cantare. Come lo sai fare tu, come lo sai fare solo tu in questa città. Sempre noi, solo noi, e chi se ne frega se non sono sempre cori per l'Italia, noi cantiamo quel cazzo che vogliamo, noi facciamo quel cazzo che ci pare! Cori contro la repressione, cori per la nazionale, cori per la figa... lo decidiamo noi!
Non abbiamo padroni, non abbiamo maestri d'orchestra, non abbiamo bisogno di nessuno ne tantomeno di voi, luridi divoratori di brasciole domenicali! Solo noi, con le nostre forze, senza nessuno che ci dica cosa dobbiamo cantare perchè se canta uno dei nostri cantano tutti, perchè uno è tutti e tutti è uno. Basta uno sguardo e pochi secondi per far si che tutti capiscano il coro che stai lanciando e uniscano le loro voci per farlo esplodere tra tutta quella gente che come al solito è li per vederti festeggiare e non per festeggiare con te (assurdo!!!).
Noi siamo sempre qui cari sipontini! Gli ultras non mollano! Sono sempre in giro!
Perchè, come diceva il mitico Albertone, noi siamo noi e voi... NON SIETE UN CAZZO!
 
posted by Senza Padroni at 8:06 PM | 6 comments
giovedì, luglio 6
Affiorano le prime nuove sulla stagione calcistica che verrà. Premesso nuovamente che gli ultras non rappresentano la maggioranza né del tifo e né del popolo sipontino. Che questo sito non è assolutamente organo di informazione delle Teste Matte e né di alcun altro gruppo. Che dunque quanto riportato non sono altro che liberi pensieri della minoranza di una minoranza di una minoranza. Tradotto: non vale un cazzo e non rappresenta un cazzo perciò non rompete il cazzo...e baci alla finezz, per non far mancare mai una citazione musicale. Uomo avvisato: ognuno ha la libertà di dissentire, di starci alla larga, di parlar male (come tra l'altro già avviene, nemici e falsi amici compresi). Pari libertà abbiamo di dire quello che vogliamo e che pensiamo. Contrariamente alle dicerie delle già menzionate malelingue, gli ultras -quella vera, fiera e anonima minoranza- non sono al soldo di nessuno e il cervello in saldo non lo hanno mai messo.
Ecco dunque le nuove, divise per punti:
-un nuovo allenatore. Tale Danilo Pierini il cui destino si è già incrociato con il nostro: a parte gli inizi nelle giovanili della Ternana, è stato anche alla guida di quella Rosetana, sparring partner dell'ultima gara-promozione. La scorsa stagione invece Pierini siedeva sulla panchina di quella Pro Vasto a cui tutti noi vogliamo un gran bene (eheheh), guidandola dopo un esaltante girone di ritorno alla conquista dei play-off poi persi.Di nostro nulla da eccepire, nulla da aggiungere: la minoranza silenziosa della Curva non si è mai espressa su questioni tecniche prima di un triplice fischio finale o prima che lo stesso dato tecnico si esprimesse. A parlare e a straparlare ci penserà benissimo (e ben presto) il resto della platea del "Miramare", talmente generosa con la propria compagine, al punto da venire ripagata dalla società con un nuovo ambizioso programma triennale. Manfredonia -sportiva e non- ha sempre avuto e ancora avrà ciò che davvero merita(?);
-un nuovo sponsor. Anzi, due nuovi sponsor: "Tamma" e "Provincia di Foggia". Troppa grazia Sant'Antonio! Ma chi sono questi due soggetti e perché hanno scelto di far apparire i propri marchi sulle nostre casacche biancocelesti?Provincia di Foggia: eh va be', la conosciamo ed intuiamo giochetti ed intrallazzi... Apparirrà con il solo logo a pastrocchiare ulteriormente una maglia già pacchiana di suo, tra bande divergenti e delfini giganti. Il prossimo passo, lo sponsor sulla schiena come i poveracci sudamericani?Della Tamma tutti sanno che è una nota azienda dell'agroalimentare. Non tutti sanno che circa un anno fa intavolava trattative con i sindacati per cassaintegrare i suoi dipendenti dello stabilimento dell'Incoronata. Qualche tempo prima avevano dovuto incassare un altro duro colpo cedendo la controllata "Del Verde" in Abruzzo, passata al Gruppo Faro di Pierluigi Zappacosta. Anche qui dopo una lunga crisi ed altre cassintegrazioni e qualche tentativo di risolvere i problemi tramite aiuti di Stato. Aiuti che arrivarono nell'ambito del Patto Territoriale della Provincia di Foggia, dove beneficiarono di un finanziamento di 26 milioni di euro per la costruzione di un nuovo impianto produttivo.Ora, dunque, la Tamma splende finalmente di nuova luce o cerca nuova luce e nuovi patti in nuovi territori dove solo i più fortunati del Nord-Est hanno mangiato a babbo? Certo nessuno nel 2006 crede ancora alla bella favola di Gaio Cilnio Mecenate: sappiamo bene che il calcio è uno sport troppo oneroso da sostenere ma almeno uno straccio di etica la vorremmo. Il sogno sarebbe arrivare ai livelli di realtà come Sankt Pauli dove la squadra è a tutto tondo espressione radicata del tessuto sociale in cui è inserita. L'incubo è quello attuale dove il pallone è prevalentemente volano per sdoganare attività non proprio gradite da una terra che ancora si lecca le ferite del petrolchimico. Meglio inalare a lente boccate questo oppio e felicitarci per altri anni di grande calcio. Meglio evitare di pensare che se la pioggia di soldi piovuti con i vari Protocolli d'Intesa fosse stata distribuita equamente tra i cittadini, ora staremmo tutti sicuramente meglio. Invece disoccupati eravamo e disoccupati (o emigrati nella migliore delle ipotesi) siamo. Vabbé va, chiudiamo qui che questo non è calcio...o forse si?!?
-nuove maglie.La nuova più nuova e più bella, una delle nuove da far rizzare i peli sulla schiena: la notizia della prossima terza maglia trapelata via Gazzetta del Mezzogiorno. Dopo l'exploit della maglia rosa, colore che nulla di nulla ha da spartire con la tradizione calcistica sipontina, ora starebbero pensando di stupire di nuovo con effetti speciali e collori gialloblù (perché loro sono scienza e non fantascienza).Dietro la precedente rosea scelta un solo raccapricciante e grottesco motivo: omaggio alla prima maglia della Juventus, di cui è tifoso quello che si crede padrone della squadra, più dei tifosi e più della storia. Ma davvero i soldi di lor signori valgono più della passione di noi tifosi? La risposta noi la conosciamo ma più esplicite sono le ultime vicende al centro delle quali si trova proprio la nostra cara musa ispiratrice, principale artefice dell'omicidio preterintenzionale della buon'anima del signor "Gioco più bello del mondo".Non sono bastati cori, proteste o striscioni alquanto espliciti: ovviamente le orecchie dei "grandi" non sentono mai le voci delle formiche o quantomeno se ne sbattono.Speriamo che alla "Gazzetta" abbiano preso un granchio gigantesco perchè davvero non se ne può più. Visto come è caduta nel marcio la Juventus e se proprio vogliono scagazzare sulla nostra tradizione possono tranquillamente scegliere un bel marrone merda, anziché gialloblù di una città e di una realtà a noi del tutto aliena (giusto per non esagerare con il turpiloquio).Davvero, basta scempi: aridateci la maglia granata!!!



Tratto da EsseQuamVideri...zero chiacchiere e zero apparenza...
Hasta luego amigos...
 
posted by Senza Padroni at 7:10 PM | 0 comments
mercoledì, luglio 5
Aiutato da uno spazio amico, pubblico questo insieme molto bello di pensieri...



Non si è mai visto un animale uccidere un'altro animale per il piacere di causare morte e sofferenza, né si è mai visto un animale organizzare campi di sterminio, torturare e fare esperimenti su un altro animale. Non si è mai visto un animale incendiare una foresta, imprigionare altri animali, allevarli in gabbie per divorarne uno ogni giorno; né si è mai visto un'animale spellare un'altro animale per il piacere di mettersi addosso le sue pelli. Ma l'animale è la bestia feroce di cui aver paura, utile solo da sfruttare, uccidere, ridurre in pezzi e cucinare per deliziare il palato di colui che si ritiene fatto ad immagine di Dio.Ma l'uomo è superiore agli animali e da questo gli viene il diritto a comportarsi in modo disumano. L'uomo è superiore perché sa edificare ponti e grattacieli: e che importa se questo costa sangue e dolore a tutta la creazione. L'uomo è superiore perché usa il computer e costruisce bombe nucleari. E che se ne farebbe una farfalla o un cavallo di un computer o dei micidiali strumenti di distruzione? L'uomo è superiore perché sa comporre brani musicali. Anche l'uccello lo sa fare. L'uomo sa realizzare meccanismi complessi. Anche il ragno, e non solo, è capace di fare altrettanto. E' tempo di superare la distinzione tra sofferenza e sofferenza, tra vita e vita. L'innocenza dell'animale, la sua semplicità, la sua lealtà, la sua mitezza, il suo spontaneo fuggire da ogni gratuita violenza, sono mete ancora da raggiungere dalla maggior parte degli uomini.

Dedicato ad Animal of Zone, uno spazio portato avanti da una coppia di amici...
Buona ragà...
 
posted by Senza Padroni at 3:09 PM | 4 comments
sabato, luglio 1
MAI DOMI, PRONTI A RIPARTIRE!!!!


Non c'è nessuno che può cercare di farti capire, prima di un errore, la cosa giusta da fare.Tu la fai e basta, poi vai da quel nessuno e gli dici: Avevi ragione!!!Viviamo in un paese in cui le scommesse o si vincono o si perdono, non esiste la via di mezzo che ti permette di arrivare al compromesso...Ci troviamo ad analizzare una situazione marcia dall'inizio.Il lavoro, la vita, la ragazza che ti rompe, il padrone che non ti paga, gli amici che ti parlano da esauriti, la ragione che manca e che non si vuole cercare, la linea che esiste e non si segue.L'esperienza è il nome che danno gli uomini ai propri errori, diceva qualcuno, e non puoi che crederci e cercare di trarne un insegnamento.La situazione è così confusa che forse neanche il più alto ingegno presente sulla terra può risolvere.Pare sia giusto ritirarsi e cercare di creare un qualcosa di nuovo, completamente nuovo e piccolo.Non è importante la grandezza, non è importante il numero, non è importante l'apparire, è importante quello che vuoi e quello che porti avanti con coerenza e contro tutta la merda che circonda questo fottuto paese di ladri e imbroglioni.Nessuno ha colpe ma tutti hanno responsabilità, è finito il tempo in cui altri facevo tutto per te, ora sei tu che devi cacciare le palle e parlare, agire, combattere, piegarti e rialzarti.Senza l'aiuto di nessuno, perchè nessuno vuole aiutarti, nessuno vuole porgerti la mano, tutti hanno paura, e la paura è un'emozione dell'uomo che va combattuta e vinta per andare avanti.Tutti devono essere pronti ad agire in prima linea, tutti devono essere pronti a dare pugni, tutti devono essere pronti a riconoscere i fratelli senza ipocrisia, tutti devono essere pronti ad allontanarsi dalla merda, tutti devono essere pronti a riconoscere lo sbaglio e a parlare, parlare di tutto ciò che è sbagliato, chi non ha le palle può anche starsene alla larga, qua tutti devono spogliarsi del male, armarsi e mettersi in prima linea con idee e fatti precisi che seguono quella cazzo di linea immaginaria che tutti in questo ultimo periodo hanno calpestato.Nessuno vuole calpestare e questo credo sia chiaro, e nessuno vuole essere calpestato solo perchè porta avanti altre idee.Il mondo è questo e per questo crediamo sia giusto andare avanti senza timore, ma con la voglia di far bene poi, se si sbaglia, torna quel discorso che l'esperienza serve a non sbagliare più.


Dedicato a chi porta avanti le proprie idee, senza farsi condizionare da nessuno!
Senza Padroni ora e per sempre ULTRAS...
 
posted by Senza Padroni at 6:40 PM | 2 comments