mercoledì, ottobre 29
Qualcuno si sta svegliando...


LA DIFFIDA? incostrituzionale! Gli ultras? Perseguitati!
Fonte: settimanale siciliano Centonove


Il giornalista Pietro Scaglione e Carlo Balestri denunciano gli abusi contro gli ultras.

Tutti invocano il cosiddetto “Daspo”, il divieto di accesso alle manifestazioni sportive, comminato dalle Questure, senza un effettivo controllo giurisdizionale del Giudice per le Indagini Preliminari e quindi senza adeguate garanzie difensive per gli ultras. Ma, grazie ad una recente inchiesta del settimanale L’Espresso, si scopre che circa il 60% dei tifosi diffidati non ha commesso alcun reato.
Dopo la prima giornata di campionato, in seguito ai noti fatti di Roma – Napoli, il Governo di centro-destra ha orientato l’agenda politica nel senso di una lotta senza quartiere contro il movimento ultrà. Sul momento delicato per il calcio italiano e per le tifoserie, abbiamo intervistato il professore Carlo Balestri, presidente di Progetto Ultrà, un’associazione nata al fine di tutelare i diritti dei tifosi e per prevenire la violenza negli stadi.



Che idea si è fatta a proposito della continua esasperazione mediatica degli episodi negativi commessi dai tifosi?Quasi nessuno, invece, racconta le lodevoli iniziative di volontariato organizzate dagli ultras….

"La direzione intrapresa dalla stampa è proprio quella di enfatizzare gli episodi violenti che scatenano un morboso sadismo nel lettore che identifica ormai questi gruppi come il folk devil (demonio popolare) da esorcizzare, e di considerare molto più noiosa e meno appetibile la valorizzazione di iniziative di stampo associativo/volontaristico".



Molti giuristi denunciano l’incostituzionalità dello strumento della diffida (per violazione del diritto di difesa) e criticano altre norme contro la violenza. Che ne pensa?

"Penso che in Italia si abusi dello strumento della diffida preventiva che altro non dovrebbe essere che uno strumento amministrativo di carattere preventivo affinché chi avesse commesso un reato non sia messo nelle condizioni di ricommetterlo. Attualmente, nel nostro paese, sono in vigore più di 4.000 diffide. Il problema vero è che, fino a che non vi sia un processo o almeno un formale dibattimento, non si sa se questi quattromila diffidati abbiano o meno commesso reato. In questi termini, l’istituto della diffida in Italia è uno strumento arbitrario e fortemente discutibile, così come è discutibile la norma (valida solo per le vicende da stadio) dell’arresto in flagranza differita fino a 36 ore dopo che si è commesso un determinato reato. Un ultimo provvedimento molto contestato è anche la direttiva dell’Osservatorio sulle Manifestazioni agonistiche del marzo 2007 che ha proibito l’introduzione, negli stadi, dei tipici strumenti di tifo (striscioni, tamburi, megafoni), limitando di molto, in quei luoghi, la libertà di espressione, oltre che il colore e la passione".



E come giudica il frequente ricorso al divieto delle trasferte di massa? Non potrebbe configurare una violazione della libertà di movimento?

"Non so se si possa configurare come un reato contro la libertà di movimento (mi piacerebbe in questo caso mettere i panni del legislatore); ma, sicuramente, è, nei fatti, il fallimento di anni di politica repressiva e di pugno di ferro. Il problema è che ancora non si rendono conto di aver sbagliato tutto e, dopo quattro leggi speciali nel giro di otto anni, l’unico modo in cui credono di poter risolvere il problema della violenza è quello di far giocare a porte chiuse, trasformando un evento dal vivo e di massa in una semplice trasmissione televisiva".



Persino Striscia la Notizia e’ intervenuta in difesa degli striscioni degli ultras e del materiale per le coreografie…

"Infatti, non tutto il male viene per nuocere: con Militello e “Striscia lo striscione” i tifosi hanno trovato, in una delle trasmissioni di punta del panorama televisivo italiano, un inaspettato alleato. Purtroppo, fino ad oggi, anche le sue denunce non hanno sortito effetti in chi decide le politiche di intervento negli stadi".



Quali sono le controproposte del Progetto Ultrà?

"Allontanarsi dalla logica della criminalizzazione del mondo dei tifosi; uscire dal tunnel della contrapposizione tra i tifosi e le istituzioni; aprire spazi di dialogo e di confronto tra le istituzioni, i tifosi e la società; costruire stadi aperti e a misura di tifoso, non più militarizzati; non considerare il problema della violenza solo come problema di ordine pubblico; favorire politiche e interventi di carattere sociale negli stadi".



Può parlarci delle iniziative da voi organizzate, come ad esempio, i Mondiali Antirazzisti?

"Il Progetto Ultrà - nato nel 1995 all’ interno della UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) - si pone gli obiettivi di difendere la cultura popolare del tifo e di limitare i comportamenti violenti ed intolleranti attraverso un lavoro sociale portato avanti assieme agli stessi tifosi. Oltre a molteplici iniziative - incontri nelle scuole, mostre, pubblicazione di riviste per i tifosi, organizzazione di incontri, riunioni con gruppi ultras, lavoro di mediazione con istituzioni etc - da dodici anni organizziamo i Mondiali Antirazzisti. Un evento che vede la partecipazione di gruppi di tifosi provenienti da tutta Italia e da tutta Europa, insieme a minoranze etniche e ad associazioni antirazziste. Una festa di educazione alla multiculturalità che, da due anni, si è spostata a Casalecchio, alla porte di Bologna, tra tornei di calcio (204 squadre), basket, cricket, pallavolo e rugby, incontri dibattito e concerti".
 
posted by Senza Padroni at 12:33 AM | 2 comments
sabato, ottobre 25
Chi sono i teppisti?



spostandoci in Spagna...

Come molti voi sapranno il 1 ottobre durante la partita Atletico Madrid - Om, a seguito di scontri, è stato arrestato un nostro amico e compagno del Commando ultrà 84.
Santos è in prigione da 4 settimane senza che si riesca a capire le intenzioni dei giudici. Peraltro i filmati lo avrebbero anche scagionato. Stiamo cercando di sensibilizzare il più possibile l'opinione pubblica anche in italia, coinvolgendo tifosi e organizzazioni anche istituzionali e tutto quelli che possono aiutarci a riportare Santos a casa velocemente.. Ma ognuno di noi può fare qualcosa.. alluvioniamo il carcere di Madrid con cartoline per Santos..
I ragazzi e le ragazze di Marsiglia stanno già diffondendo in Francia il suo indirizzo ..
eccolo:
SANTOS MIRASIERRA VELARDO,
CENTRO PENITANCIARIO MADRID V,
APARTADO DE CORREOS 200
28770 COLMENAR VIEJO MADRID MODULO 1
SPAGNA

Per avere più informazioni su quello che cerchiamo di fare .. siti FARE, Progetto Ultrà.


 
posted by Senza Padroni at 1:23 PM | 0 comments
venerdì, ottobre 24
A suon di manganello...
Restando sempre sul tema "Leggi speciali: oggi per gli ultrà, domani per tutta la città".

 
posted by Senza Padroni at 4:59 PM | 0 comments
venerdì, ottobre 10
Verona-Napoli: Omerta' Ultras

TIFO E OMERTÀ. Intercettata la telefonata tra un supporter del Napoli e uno dell’Hellas
«Nemici allo stadio Uniti contro la polizia»
Il partenopeo coinvolto negli scontri di Pianura si lamenta della denuncia di un accoltellamento
Il veronese: «Siamo rimasti di m... perché ha infamato. Non è nostro, è un tifoso della domenica»


Un tifoso avversario si può accoltellare, magari ammazzare, ma non va mai denunciato alla polizia: sono le forze dell’ordine il «primo nemico». Le regole dell’omertà vigono anche nelle tifoserie ultrà come emerge dall’inchiesta condotta dal pm di Napoli Antonio Ardituro e dalle indagini della Digos che hanno portato ieri all’arresto di supporter di due gruppi del tifo azzurro, le Teste Matte e gli Niss.
Acerrimi nemici allo stadio ma complici, è questo che emerge in uno degli episodi ricostruito dalla Digos e riguarda l’arresto di un tifoso napoletano che aveva accoltellato un veronese e che era stato denunciato e fatto arrestare dal supporter scaligero ferito. La conversazione è stata intercettata il 28 settembre 2007. Al telefono G. N., ultrà azzurro arrestato ieri e un tale Riccardo, tifoso veronese.
Riccardo: «questo signore qua non c’entra assolutamente col gruppo. Questo è il classico tifoso della domenica che si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.. Fidati, non ti avrei neanche chiamato. Cioè nemici da sempre, per sempre, ma infami quello mai».
N.: «sì sì lo so’, nemici ma con gli stessi ideali».
Riccardo: «infami quello mai».
N.: «immagina, sai noi che facemmo l’anno scorso? Incidenti col Bologna, a Bologna li presero due tre di loro... in carcere. Noi ci abbiamo mandato 500 euro con tutto che siamo rivali».
Riccardo: «Se voi avete il nome di questo, ti prego di mandarlo che facciamo di tutto per convincerlo, anche pagare di tasca nostra quel che vuole come risarcimento danno....nemici oltre la morte, ma infami mai! Soprattutto con chi ci fa divertire».
N.: «Bravo, bravo».
Riccardo: «Siamo rimasti di m.... Perchè effettivamente questo ha infamato. Se io parto da Verona a fare il confronto all’americana io non riconosco nemmeno uno che mi spara in faccia».
«La conversazione denota», scrive il gip Luigi Giordano nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto di 37 persone, «in tutta la sua drammaticità il paradosso dell’atteggiamento dei due interlocutori, facenti parte di 2 delle tifoserie più violente del panorama ultras italiano, tra l’altro divisi da un’acerrima rivalità (l’ostilità esistente tra la tifoseria del Verona e quella del Napoli non ha eguali in ambito nazionale) che non si soffermano affatto sulla gravità di quanto accaduto (l’accoltellamento di una persona) che anzi viene giustificato nell’ottica ultras, quanto piuttosto sulla collaborazione data alla polizia dal denunciante ritenuta un’infamia inconcepibile. Nessuna pietà o quantomeno comprensione, viene dimostrata verso la vittima che, anzi, è destinataria del disprezzo di entrambi». Il giudice sottolinea che il tifoso dell’Hellas, Riccardo, «considera un’onta da cui prendere assolutamente le distanze il comportamento del supporter veronese che aveva denunciato e se possibile punirlo anche … oltre la coltellata pure la beffa». Si tratta per lui di «un vero e proprio tradimento della mentalità ultras», come commenta il gip.
Sono due i gruppi del tifo ultrà del Napoli al centro della indagine della Digos di Napoli che ha portato agli arresti eseguiti ieri: le «Teste matte» e i «Niss (niente incontri solo scontri)».
Agli ultrà è contestato il reato di associazione per delinquere finalizzata allo scontro con altre tifoserie e esponenti delle forze dell’ordine. Incidenti che anche per le limitazioni degli spostamenti delle tifoserie dovute ai divieti vigenti, si verificavano per lo più nelle aree di sosta delle autostrade dove venivano a contatto supporter di diverse squadre. E infatti anche nell’area di sosta di Cantagallo il 5 maggio un uomo, indicato come un ultras del Napoli, sferrò una coltellata a un tifoso del Verona. I partenopei erano diretti a Mantova, i tifosi dell’Hellas ad Arezzo: poco dopo le 12.30 vennero in contatto. Con coltellata.
 
posted by Senza Padroni at 8:59 PM | 1 comments
giovedì, ottobre 9

A 41 anni dalla morte di Che Guevara il suo ricordo è ancora vivo dentro i cuori di chi la rivoluzione armata l'ha letta nei libri, l'ha vista in televisione, l'ha sognata soltanto!
Il cuore di chi rispetta un "Comandante" che ha portato in alto i valori di rispetto, uguaglianza, sacrificio...
Questa è la canzone che Francesco Guccini ha scritto dopo la sua morte...
FINO ALLA VITTORIA COMANDANTE CHE GUEVARA



Quanto tempo è passato da quel giorno d'autunno
di un ottobre avanzato, con il cielo già bruno,
fra sessioni di esami, giorni persi in pigrizia,
giovanili ciarpami, arrivò la notizia...

Ci prese come un pugno, ci gelò di sconforto,
sapere a brutto grugno che Guevara era morto:
in quel giorno d'ottobre, in terra boliviana
era tradito e perso Ernesto "Che" Guevara...

Si offuscarono i libri, si rabbuiò la stanza,
perché con lui era morta una nostra speranza:
erano gli anni fatati di miti cantati e di contestazioni,
erano i giorni passati a discutere e a tessere le belle illusioni...

"Che" Guevara era morto, ma ognuno lo credeva
che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva...
"Che" Guevara era morto, ma ognuno lo credeva
che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva...


Passarono stagioni, ma continuammo ancora
a mangiare illusioni e verità a ogni ora,
anni di ogni scoperta, anni senza rimpianti:
" Forza Compagni, all'erta, si deve andare avanti! "

E avanti andammo sempre con le nostre bandiere
e intonandole tutte quelle nostre chimere...
In un giorno d'ottobre, in terra boliviana,
con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara...

Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa
che "Che" Guevara è morto, mai più ritornerà,
ma qualcosa cambiava, finirono i giorni di quelle emozioni
e rialzaron la testa i nemici di sempre contro le ribellioni...

"Che" Guevara era morto e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva, che qualcosa finiva...
"Che" Guevara era morto e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva, che qualcosa finiva...


E qualcosa negli anni terminò per davvero
cozzando contro gli inganni del vivere giornaliero:
i Compagni di un giorno o partiti o venduti,
sembra si giri attorno a pochi sopravvissuti...

Proprio per questo ora io vorrei ascoltare
una voce che ancora incominci a cantare:
In un giorno d'ottobre, in terra boliviana,
con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara...

Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa
che "Che" Guevara è morto, forse non tornerà,
ma voi reazionari tremate, non sono finite le rivoluzioni
e voi, a decine, che usate parole diverse, le stesse prigioni,

da qualche parte un giorno, dove non si saprà,
dove non l'aspettate, il "Che" ritornerà,
da qualche parte un giorno, dove non si saprà,
dove non l'aspettate, il "Che" ritornerà !
 
posted by Senza Padroni at 2:54 PM | 2 comments
lunedì, ottobre 6
Evviva la Mafia Russa nel pallone
di Oliviero Beha www.italiopoli.it

Naturalmente non so se sia vera la notizia ormai di dominio pubblico sulle mani che la mafia russa avrebbe messo sull'ultima edizione della Coppa Uefa, comprando prima il Bayern in semifinale e poi il Glasgow Rangers in finale per far vincere allo Zenit di San Pietroburgo il trofeo. Vedremo i riscontri sulle intercettazioni telefoniche che hanno portato a questo ipotizzabile scandalo, già gravissimo per l'Uefa, la Federazione Europea che pare indaghi su 26 partite. Non c'è male....

Certo, con la Fiorentina a un passo (un calcio di rigore sbagliato) dalla finale, la partita tra Della Valle e Corvino da una parte e la mafia russa dall'altra sarebbe stata tutta da vedere. Di sicuro qui da noi quando passerà la legge berlusconiana anti-intercettazioni non riusciremmo a sapere neppure questo. Ma due cose so di certo. La prima è che poco tempo fa era uscito un libro-scandalo di un giornalista da cui si evinceva la notizia di altre mani, quelle delle triadi orientali mafiose sui Mondiali di Germania a colpi di scommesse su alcune squadre africane perdenti con un certo punteggio. La seconda è che per questo, e per quello che so dal 1982, cioè dalla mia inchiesta sui Mondiali di Spagna e in particolare sulla partita Italia-Camerun (su cui si è immolata in pratica la mia carriera...), non mi stupisco affatto. Tremerei di stupore se qualcuno riuscisse a dimostrare la totale estraneità del calcio planetario, continentale e nazionale dagli affari loschi. Come per il resto da cui dovrebbe distrarci. E il cerchio si chiude.
 
posted by Senza Padroni at 12:58 PM | 0 comments
sabato, ottobre 4
LE MILLE BALLE BLU!





L'assalto al treno per Roma? Una montatura, una bolla mediatica, un'esagerazione giornalistica. E' quanto è emerso da un reportage di Rai News 24, andato in onda sul canale satellitare della Rai. Il giornalista Enzo Cappucci ha raccolto le testimonianza di un sindacalista della Polizia, Tommaso Delli Paoli, del giudice Antonello Ardituro e del giornalista austriaco Jacob Rosenberg, che si trovava a bordo del treno e che ha smentito categoricamente che i vagoni siano stati devastati.
Antonio Petrazzuolo, dir. di "Napoli Magazine", ha intervistato Enzo Cappucci, il collega di Rai News 24 che ha realizzato l'inchiesta, per approfondire l'argomento.
Com'e' nata l'idea di approffondire il post Roma-Napoli con un reportage?
"L'idea e' nata dopo aver letto un trafiletto su un quotidiano, in cui la magistratura inquirente adombrava l'ipotesi che i danni recati al treno dai tifosi non fossero dell'entità descritta da Trenitalia. Ci siamo incuriositi e abbiamo deciso di andare più a fondo. Per questo ci siamo collegati su internet e, a tal proposito, "Napoli Magazine" ci ha dato molte indicazioni interessanti. In seguito abbiamo rintracciato dei nomi e degli indirizzi, che ci hanno portato a raccogliere alcune testimonianze significative. E' chiaro che tutta questa vicenda e' sotto inchiesta. Sarà la Magistratura a dirci se le cose stanno come abbiamo potuto apprendere dalle testimonianze raccolte. Siamo stati anche a Vienna, per parlare con due colleghi della rivista Ballesterer che erano quel giorno sul treno, e proprio lì abbiamo appreso che i fatti erano andati in maniera diversa. Alcune fonti istituzionali infine ci hanno dato delle conferme e così è nata l'inchiesta".

Nel servizio il sindacalista della Polizia, Tommaso Delli Paoli, e il collega austriaco Jacob Rosenberg sono stati molto chiari...
"Si, inoltre Jacob Rosenberg ha fatto un Erasmus a Napoli e parla molto bene l'italiano: sia lui che il suo collega vengono spesso a Napoli in vacanza. Erano spettatori competenti dell'ambiente napoletano".

Com'è possibile che la stampa nazionale, sulla base di un comunicato emesso da Trenitalia, abbia condannato subito l'accaduto in una maniera così severa? Sono stati definiti *** persone munite dei biglietti per viaggiare sul treno ed assistere alla partita Roma-Napoli. E' un attacco alla città di Napoli? Anche perchè la notizia è stata gonfiata di molto, stando alle testimonianze raccolte...
"Nello specifico non credo che la città di Napoli sia stata il solo obiettivo di questa campagna. Credo invece che l'obiettivo di questa campagna sia stato il calcio violento in generale. Non voglio ergermi a maestrino del giornalismo, ma e' chiaro che la fretta in questi casi può risultare determinante così come il sensazionalismo. Non dimentichiamoci che i giornali, come i telegiornali, sono articoli che si vendono".

La cosa che dispiace di più è che siano state abbinate frasi come "ecco i teppisti" alle immagini, riproposte all'infinito, dell'arrivo dei tifosi partenopei alla stazione di Roma, dove si vedevano gruppi di persone che correvano perchè avevano già perso la visione del primo tempo della partita...
"Le immagini video disponibili erano carenti. Non c'erano nemmeno immagini di quello che e' accaduto alla stazione di Napoli. Un giornalista che deve effettuare un servizio, e si ritrova il computer invaso da comunicati sugli scontri di Roma-Napoli, usa quello che ha a disposizione. Le uniche immagini disponibili erano quelle dell'arrivo a Roma dei tifosi. Detto questo, però, le testimonianze raccolte fanno capire che a Napoli non c'e' stata la guerriglia. Ci sono stati dunque degli atteggiamenti impropri, perche' non e' corretto parlare di una guerriglia che e' iniziata a Napoli ed e' finita a Roma. Ovviamente ora la parola definitiva spetta alla Magistratura, per cui bisogna attendere la conclusione dell'inchiesta".

Alla luce delle testimonianze raccolte da Rai News 24, potrebbe essere rivista la sentenza che ha disposto il divieto di trasferte per tutta la stagione ai tifosi del Napoli?
"Non posso dirlo io. Mi sono limitato a descrivere i fatti nell'ambito di un'inchiesta giornalistica. Se la Magistratura trovera' dei riscontri, potra' muoversi anche la Societa' Sportiva Calcio Napoli facendo ricorso, anche se non so se ci sono ancora i tempi tecnici per farlo".

Rai News 24 ha fornito comunque un servizio importante...
"Rai News 24 è una realta' importante dell'informazione Rai, che crede nel servizio pubblico. Riteniamo opportuno fornire delle informazioni corrette e, quando e' possibile, cerchiamo la verità nei racconti che ci apprestiamo a descrivere ai nostri utenti".
 
posted by Senza Padroni at 1:33 PM | 0 comments
Silenzio assordante.
Dove sono i giornalisti, le TV, gli opinionisti e i benpensanti?

Napoli - Se Luciano Moggi aveva ancora un lumicino di speranza di farla franca, alle ore 17,35 di ieri, questo sogno è svanito. Accogliendo in pieno le richieste di rinvio a giudizio formulate dai sostituti della Procura di Napoli, Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice, il giudice dell'udienza preliminare Eduardo De Gregorio, ha rinviato a giudizio l'ex potentissimo del calcio italiano, che in tanti ossequiosamente chiamavano big Luciano.

Il giudice dell’udienza preliminare ha invece restituito il sorriso, prosciogliendoli, all'ex presidente della Figc Franco Carraro e all'ex segretario della Figc, Franco Ghirelli.(VERGOGNA!!!)

Ma, l'ex dirigente generale della Juventus, il Moggi osannato da milioni di tifosi bianconeri, che ha comandato il mondo pallonaro in lungo e in largo, per almeno un decennio, non sarà solo la mattina del 20 gennaio 2009, nell'aula della nona Sezione del Tribunale di Napoli, giorno d'inizio del processo opportunamente denominato Moggiopoli. Alla “sbarra“, infatti, saranno in 24, l'equivalente di due squadre di calcio con i due allenatori, con la scritta dietro la maglietta “imputati“, accusati a vario titolo, di associazione per delinquere e frode sportiva. Qualche nome di questi imputati eccellenti: i patron della Fiorentina, i fratelli Andrea e Diego Della Valle, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, l'ex designatore arbitrale, Paolo Bergamo, l'ex dirigente del Milan, Leonardo Meani, l'ex superarbitro, Massimo De Santis, altri due ex arbitri, Pasquale Rodomonti e Salvatore Racalbuto.

Oltre ai 24 rinviati a giudizio e ai due prosciolti, ci sono anche 11 indagati che hanno chiesto il rito abbreviato. Tra questi, l'amico e collega ed ex ad della Juventus, Antonio Giraudo che ha preso le distanze da Big Luciano e, tanto per non cambiare, un arbitro, Marco Gabriele.

Moggiopoli ebbe inizio l'11 maggio del 2006. Poche settimane dopo, la squadra bianconera vinse il suo inutile scudetto di “cartone“, numero 29. Il titolo di Campione d'Italia 2005 - 2006, infatti, fu poi revocato dalla giustizia sportiva e anche quello vinto (illegalmente) l'anno precedente.

Lo scandalo di Moggiopoli devastò il calcio italiano. Venne alla luce l'11 maggio 2006 mentre l'inchiesta era stata avviata dai sostituti Narducci e Beatrice, due anni prima. Migliaia di telefonate intercettate, testimonianze, fecero emergere che almeno per due anni, il calcio italiano era stato un imbroglio, vittime, decine di milioni di tifosi, società che con il sistema di Moggiopoli non avevano nulla a che vedere. Partite già decise prima ancora che fosse fischiato il calcio d'inizio, griglie arbitrali stabilite a tavolino da Moggi e dal designatore arbitrale, l'imputato Paolo Bergamo, ammonizioni create ad hoc. Una telefonata su tutte, quella tra Moggi e l'amico Giraudo. Oggetto: l'onesto tecnico boemo, Zeman. «Bisogna fargli qualcosa, bisogna dargli una legnata», dice l'ex dg bianconero, in riferimento alle denunce di Zeman il relazione all'uso di sostanze dopanti da parte della società juventina.

Quindici partite contestate all'ex potente Moggi. Una sola squadra favorita, in particolar modo: la Juventus, naturalmente. Qualche esempio: Siena - Juventus 0 - 3, che vede indagati con Moggi anche l'arbitro Paolo Bertini. Moggi, con l'arbitro Tiziano Pieri, sono coinvolti per Juventus - Chievo 3 - 0. Altro match sotto inchiesta è Roma - Parma 5 - 1, indagati Moggi e l'arbitro Racalbuto. Le ammonizioni di Pisanu e Contini sarebbero state comminate per favorire la Juventus che doveva giocare la domenica successiva contro i gialloblù.

La domanda nasce spontanea... ma Giuseppe Pisanu? Che fine ha fatto l'ex ministro degli interni, inventore della mitica della 377/01?
Ricordiamo le sue belle telefonate amorose con il Lucianone nazionale.

Pisanu: «Pronto».
Moggi: «Beppe!».
Pisanu: «Ciao Luciano come stai?».
Moggi: «Tutto bene tutto bene... insomma... risultati bene, poi critiche...».
Pisanu: «Senti Lucià! Io ti telefono perché so che sabato viene a trovarti il presidente della Torres Calcio...».
Moggi: «Io ti avrei chiamato stasera a casa».
Pisanu: «Eh, allora quando viene tu dagli la mia Apostolica Benedizione. Digli che lo ricevi grazie a me».
Moggi: «Vai tranquillo Beppe!».
L’interessamento a quanto pare va a buon fine. Dopo qualche settimana la Torres vince in trasferta. I dirigenti chiamano Moggi. È il 20 marzo 2005.
De Nicola: «Missione compiuta la Torres ha vinto e...».
Moggi: «Eh, alla grande!».
De Nicola: «Sto qui con il presidente, te lo passo».
Presidente: «Luciano, erano due anni che non vincevo in trasferta Lucia’».
Moggi: «E lo vedi che si comincia bene vai tranquillo».
Presidente: «Mamma mia, due anni che non vincevo in trasferta».
Moggi: «Eh ma c’è sempre la prima volta vai tranquillooo...».
Presidente: «Abbiamo iniziato bene insomma eh».

 
posted by Senza Padroni at 1:08 PM | 1 comments