giovedì, ottobre 26
Sambenedettese-Manfredonia


Partenza dal solito posto con il solito pullmanino che ci ha accompagnato in gran parte di trasferte fatte. E come sempre il buon Tatone porta con se la sua busta con dentro decine di pornazzi in dvd. L'andata scorre velocemente con gli occhi fissati sul monitor che raccontava la storia dell' ICF di West Ham: per la cronaca il film era "Hooligans". Finito il film ci ritroviamo già nei pressi di San Benedetto e dopo aver passato con facilità il casello colmo di Polizia, raggiungiamo il parcheggio e il tempo di scendere che il nostro caro autista parte alla ricerca del primo ristorante: ingordo!
Dopo aver imboscato per bene tutti i nostri aggeggi entriamo nel settore e come al solito troviamo il coglione di turno che si è soffermato, non tanto sulla scritta sullo striscione di carta ma, sulla carta utilizzata. Forse non tutti sanno ma, per economia e per tradizione, utilizziamo il retro bianco di manifesti pubblicitari per esprimere un nostro pensiero. Il manifesto pubblicitario di oggi era quello di Rifondazione Comunista che ha trovato delle opposizioni dall'eroe di turno, non sapendo che quella parte non verrà mostrata e che nessuno ha mai pensato di farlo, che sia politica di destra o di sinistra, e che peggio nella curva di casa sventolano tranquillamente Che, falce e martello, stelle rosse e chi più ne ha più ne metta.
Passando alla partita: la cosa che subito mi è balzata agli occhi era la netta separazione tra il gruppo alla nostra sinistra composto dal "Nucleo" e dai "Baldi Giovani" e quello alla nostra destra rappresentati da un "Diffidati con noi" e altri drappi tra cui "ACAB" e "Che sarà sarà". Il centro della curva è ancora orfana dello striscione dell' Onda d'Urto e non presenta ancora niente. Durante la gara fanno un buon tifo anche se i cori che coinvolgeranno tutta la curva ci saranno soltanto in momenti di maggiore euforia, cioè dopo il primo gol e dopo il secondo gol fino alla fine della gara o nei soliti cori storici.
Per quanto riguarda il settore ospiti saranno circa 80 i ragazzi che si dedicheranno al tifo il resto solo presenze. Dopo aver acceso 3 torce all'ingresso delle squadre in campo ci dedichiamo ad un tifo abbastanza buono e costante per tutta la durata del primo tempo, trovando anche dei buoni picchi capaci sicuramente di farsi sentire anche dalla tifoseria di casa. Nel secondo tempo apriamo uno striscione "Mentalità Antirazzista" a rimarcare la nostra posizione, proprio nella settimana europea antirazzista. Come già detto la prestazione è stata abbastanza buona, e ciò vale anche per il secondo tempo, quando la squadra era sotto di 2 gol.
Anche nella curva di casa aprono uno striscione con tema diverso ma non per questo meno importante: "GLI IRRIDUCIBILI... DELLA VERGOGNA" dedicato agli esponenti del gruppo laziale protagonisti, assieme a Chinaglia, degli ultimi indecorosi avvenimenti che hanno scandalizzato tutto il panorama ultras. Come già detto la partita finisce con un deludente due a zero e con lo score fuori casa ancora a 0!!!
Il Manfredonia continua ancora a negarci una esultanza fuori casa...
Il ritorno vola via liscio verso l'amato golfo, con il lettore DVD che finalmente comincia a pompare roba seria. A voi i commenti: belli, brutti, pieni di rabbia e di invidia, a favore o contro, siamo qui per sentire tutti... Ribadiamo ancora una volta che questo non è il blog di nessun gruppo ultras ma solamente un luogo dove poter parlare tranquillamente di questo nostro amato stile di vita e per poter scrivere e commentare tranquillamente qualsiasi argomento senza nessuna restrizione!

 
posted by Senza Padroni at 3:27 PM | 4 comments
sabato, ottobre 21
Un SMS per denunciare i tifosi violenti

Chi frequenta certi eventi sportivi in Australia potrà avvertire anonimamente le autorità del comportamento di qualche tifoso troppo vivace. Già succede nel Regno Unito Canberra (Australia) - La lega del Cricket australiano sembra essere sul punto di introdurre un metodo anti-violenza a garanzia del pubblico che interviene alle partite di quello che nel paese è uno sport popolare molto apprezzato. Si tratta sostanzialmente di una hot-line raggiungibile via SMS con cui qualunque spettatore può avvertire le autorità che sorvegliano gli incontri del comportamento violento dei tifosi che ha intorno a sé senza che però questi se ne rendano conto, per non rischiare successive rappresaglie. L'SMS deve indicare quali violenze stanno avendo luogo e in quale punto dello stadio.
Una volta ricevuto l'SMS le forze dell'ordine, grazie alle telecamere a circuito chiuso, possono inquadrare l'area interessata e verificare immediatamente la sussistenza o meno di un problema di ordine pubblico o sicurezza delle persone. L'idea della Lega australiana è di integrare il nuovo sistema dalla prossima stagione di campionato, pubblicando sui cartelloni e board elettronici ad ogni partita il numero della hot line.L'idea non è però australiana: viene già applicata, a quanto pare con successo, nel Regno Unito, in particolare negli stadi dedicati al calcio.
 
posted by Senza Padroni at 1:53 PM | 0 comments
venerdì, ottobre 13
Estorsione alla Lazio, ordine di arresto per Chinaglia e quattro capi ultrà.

ROMA - Estorsione ed aggiotaggio. Con queste accuse il nucleo valutario della Guardia di Finanza ha eseguito nove ordinanze di custodia cautelare nell'ambito dell'inchiesta della procura della Repubblica di Roma sulla scalata alla società sportiva Lazio. Colpito dal provvedimento anche l'ex bandiera del club biancoceleste Giorgio Chinaglia, attualmente all'estero. Gli inquirenti hanno disposto anche una serie di perquisizioni in abitazioni e uffici di Roma, Milano, Napoli e Trieste. L'indagine della magistratura romana, partita dalle denununce del presidente della Lazio Claudio Lotito in seguito alle ripetute minacce di morte nel caso non avesse ceduto la società, prende in esame la scalata al club, mediata nei mesi scorsi proprio da Chinaglia che aveva parlato di un interessamento di un gruppo ungherese. Tra le persone colpite da ordinanza (tutte finite in carcere ad eccezzione di Chinaglia) anche quattro irriducibili della Lazio, Fabrizio Toffolo, Juri Alviti, Fabrizio Piscitelli e Paolo Arcivieri. Gli altri destinatari del provvedimento sono Guido Di Cosimo, Giuseppe Bellantonio, un cittadino di origine ungherese Zoltan Slivas ed Enrico Bruno, che deve rispondere però soltanto di aggiotaggio informativo. Per l'ex bomber biancoceleste non si tratta del primo guaio con la giustizia. Nella scorsa primavera il nome di Chinaglia era stato iscritto nel registro degli indagati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nell'ambito di un'inchiesta parallela a quella condotta nella capitale. I pm napoletani Raffaele Cantone e Alessandro Milita ipotizzano nei confronti dell'ex calciatore il reato di riciclaggio aggravato dall'articolo 7, ovvero per avere agevolato l'attività della camorra. Chinaglia nel corso dell'indagine è stato anche destinatario di un decreto di perquisizione eseguito dalla Guardia di Finanza. Indagati insieme a lui dalla magistratura napoletana anche due promotori finanziari ed un imprenditore casertano. L'inchiesta riguarda un presunto riciclaggio di denaro da parte del potente clan dei Casalesi e tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti vi sarebbe anche quella di un tentativo di acquisto della Lazio per riciclare denaro. Tutto inizia a cavallo tra il 2005 e il 2006, quando Chinaglia rientra in Italia dagli Stati Uniti e sostenendo di parlare a nome di un fantomatico gruppo farmaceutico ungherese, fa sapere di essere disposto a incontrare Lotito per una trattativa finalizzata alla vendita della società. Dichiarazioni pubbliche, quelle di Chinaglia, che avrebbero determinato anomale e ripetute oscillazioni del titolo in Borsa, segnalate poi dalla Consob in una informativa finita sul tavolo dei pm Stefano Rocco Fava, Elisabetta Ceniccola e Vittoria Bonfanti che hanno affidato gli accertamenti alla Guardia di Finanza.



 
posted by Senza Padroni at 5:02 PM | 3 comments
mercoledì, ottobre 11

Era stato uno dei primi argomenti trattati e discussi su questo blog. Allora si parlava di un libro, "I Fantasmi dell'Enichem" ora paliamo di quello che è successo veramente quel giorno e negli anni successivi in quell'area dove adesso la gente ci va a fare la spesa, orgogliosa di quel centro commerciale, con un bel sorriso sul viso e magari con i propri figli al seguito.
Questa che state per leggere (lo spero perchè ne vale la pena) è la sintesi di una tesi di laurea di un ragazzo di Manfredonia che parla del disastro dell'Enichem del 76... buona lettura!
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"CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO"
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Manfredonia, 26 settembre 1976. È una soleggiata mattina domenicale quando, poco prima delle dieci, si ode un cupo boato, seguito da un forte spostamento d’aria, venire dall’Anic. È scoppiata la colonna di lavaggio dell’anidride carbonica, nell’impianto di produzione dell’ammoniaca. In cielo si alza una nube tossica che, sospinta dal vento, si dirige verso la città. Poco dopo, una fanghiglia giallastra molto leggera inizia a cadere sui campi e sulle case. Nel rione Monticchio, il più esposto alla nube, i bambini giocano con quella che sembra neve fuori stagione. Nello stabilimento l’esplosione ha ferito solo 5 dei 20 operai in servizio (nei giorni feriali erano in 300 a lavorare in quell’area). La cupola della colonna esplosa, dopo un volo di alcune centinaia di metri, precipita su un capannone in cemento armato, distruggendolo. In molti si dirigono verso la fabbrica. Le prime notizie della direzione aziendale sono rassicuranti: "l’unica conseguenza dell’incidente sarà la sospensione della produzione per qualche settimana".Il corrispondente della Gazzetta del Mezzogiorno intervista il vice direttore, l’ing. Guidi. Alla sua domanda: "vi era dell’arsenico nella colonna saltata?" la risposta è: "in minima quantità. D’altra parte è una sostanza che maneggiamo pressoché quotidianamente e che non presenta apprezzabili tassi di pericolosità così come noi la impieghiamo". "E la nube alzatasi dopo lo scoppio non era altro che vapore acqueo e anidride carbonica assolutamente innocua; la sprigiona una qualsiasi cosa che bruci, anche un pezzo di carta o una sigaretta". In città, dopo le prime ore di apprensione, torna la calma. Solamente la mattina seguente un rappresentante del Consiglio di Fabbrica telefona al sindaco di Manfredonia, il sen. Michele Magno, avvisandolo della fuoriuscita di una grande quantità di arsenico, forse 32 tonnellate. Poco dopo l’Ufficiale Sanitario del Comune viene informato della morte di numerosi animali da cortile, nelle campagne limitrofe allo stabilimento, e dell’intossicazione di numerosi capi di bestiame, alcuni dei quali risultano paralizzati. Il Sindaco telefona in fabbrica, dove viene rassicurato: "l’arsenico è caduto tutto nel recinto aziendale e sta già per essere raccolto da squadre di operai, senza alcun pericolo e difficoltà". Il Sindaco non si fida delle rassicurazioni aziendali e chiede l’intervento del Prefetto, del Medico Provinciale e dei tecnici del Laboratorio di Igiene e Profilassi di Foggia. Nel pomeriggio si recano in un orto distante poche centinaia di metri dalla fabbrica e notano che "gli ortaggi sono simili a foglie di tabacco secco e che tutti gli oggetti esistenti sono punteggiati di una sostanza di colore bronzeo". I tecnici raccolgono decine di campioni di fogliame, che vengono subito portati a Foggia per le analisi. Solo nel tardo pomeriggio arrivano a palazzo San Domenico due comunicati aziendali: "le sostanze fuoriuscite sono: 60 t di acqua, 18 t di ossido di potassio e 10 t di arsenico, oltre a selle di materiale ceramico, per un volume complessivo di 110 mc". In serata giungono i primi risultati dai laboratori di Foggia: "nell’orto ispezionato l’arsenico è presente in ragione di 20 grammi per chilogrammo di fogliame raccolto".Cosi nella nottata, assistiti dal medico provinciale, i sindaci di Manfredonia e di Monte Sant’Angelo emettono un’ordinanza di emergenza:- Divieto di consumo e commercializzazione dei prodotti agricoli e silvicoli provenienti da terreni situati nel raggio di 2 km dall’Anic;- Chiusura delle scuole fino a data da destinarsi;- Delimitazione del territorio presumibilmente contaminato in due zone, A e B:La Zona A comprende tutto lo stabilimento, e prevede il divieto di accesso a chiunque non strettamente indispensabile per la sicurezza degli impianti e per le operazioni di disinquinamento. Viene imposto il tempo di permanenza massima nell’area: 2 ore;La Zona B, estesa per 1500 ettari limitrofi all’Anic, prevede il divieto di caccia, di pascolo e di qualsiasi altra attività.Martedì 28 settembre al Comune si tiene una riunione presieduta dall’assessore regionale alla Sanità, prof. Fantasia. Viene chiesto all’azienda di sospendere tutte le attività produttive: richiesta respinta. Viene disposto il divieto di accesso nelle zone A e B e per rendere effettivo tale divieto viene richiesto l’invio di 300 soldati a presidiare la zona: ne arriveranno solo 70 dopo cinque giorni. Il sindaco Magno, con una seconda ordinanza, dispone l’abbattimento di tutti gli animali da cortile presenti nella zona B (circa 1000), e il loro trasporto all’interno dello stabilimento, dove verranno interrati e sigillati in una vasca in cemento armato. Viene ordinato anche il divieto di pesca entro un miglio dalla costa. Intanto per strada circola un volantino del movimento "Lotta continua" di Monte Sant’Angelo, in cui si legge: "gravi sono le responsabilità dell’Anic in questa vicenda. Infatti il reparto dove è scoppiata la colonna di raffreddamento non è stato mai sottoposto a una completa revisione, perché ciò comportava il blocco della produzione del concime per qualche giorno; quindi la logica della massima produttività seguita dai dirigenti dell’azienda solo per un puro caso non ha provocato una strage". Intanto il giorno dopo, mercoledì 29, si decide finalmente di chiudere la mensa aziendale, mentre solo giovedì 30 vengono evacuati gli 85 bambini ospitati presso il centro Padre Pio, distante poche centinaia di metri dalla fabbrica. Gli operai dell’Anic in questi primi 4 giorni non sono ancora stati informati del pericolo. Uno di loro racconterà: "A terra in fabbrica c’era un tappeto di un centimetro di polvere gialla e nessuno ci pensava più di tanto. Ricordo che mangiavamo il panino tra la polvere senza alcuna misura di sicurezza". Quella polvere – arsenico – verrà raccolta a mani nude da circa 300 operai di un’impresa di facchinaggio.Quello stesso giorno il Ministro della Sanità Del Falco atterra a Foggia. Deve recarsi a Pugnochiuso per partecipare ad un convegno di medici condotti: preferirà allungare il tragitto di 20 chilometri pur di non passare per Manfredonia.Intanto l’Istituto di Medicina del Lavoro di Bari, diretto dal prof. Ambrosi, istituisce due centri di consulenza medica, uno presso l’ospedale San Camillo (per la popolazione) e uno presso l’infermeria aziendale (per i dipendenti Anic). Sono 100 gli operai che presentano chiari sintomi di intossicazione da arsenico: vomito, diarrea e collasso cardiocircolatorio. Una ventina vengono ricoverati in ospedale e due nell’infermeria aziendale.Si moltiplicano le accuse all’azienda per i mancati controlli periodici agli impianti. In un’assemblea tenutasi a Monte Sant’Angelo un operaio afferma: "in quasi 5 anni quella colonna non è mai stata controllata a fondo". E la Repubblica il 30 settembre scrive: "che la politica dell’azienda sia sempre stata quella di tirare al risparmio lo ha confermato anche un giovane operaio, che preferisce restare anonimo, per evitare rappresaglie: qualche mese fa si è rotta una valvola; perde ammoniaca, ma anziché ripararla si preferisce diluire con acqua la perdita". L’Anic non smentirà mai nessuna di queste dichiarazioni. Intanto sulle misure da adottare per il disinquinamento dei terreni regna il caos. Alcuni esperti sperano in un acquazzone che lavi via l’arsenico. Altri vedono la pioggia come la peggiore delle sciagure, in quanto farebbe filtrare l’arsenico nel terreno, e da esso nella falda e quindi in mare. Venerdì 1 ottobre in Municipio si riunisce il Comitato Tecnico-Scientifico per il Disinquinamento, composto da esperti delle università di Bari, Roma e Milano; alcuni di loro si sono già occupati dell’emergenza di Seveso. Viene trovata la cura per il veleno: si tratta di irrorare il terreno con latte di calce (per ottenere l’ossidazione dell’arsenico) e solfato di ferro (per insolubilizzarlo). Si decide la decorticazione dei terreni interni allo stabilimento per una profondità di 30 centimetri. Il terreno raccolto verrà messo in 3.500 fusti a tenuta stagna, interrato e cementato nell’isola 14. I tetti, i balconi e le strade di Manfredonia verranno lavati con ipoclorito di sodio. Le operazioni iniziano il giorno seguente. Solo allora l’Ispettorato del Lavoro di Foggia imporrà ai dirigenti Anic l’utilizzo di indumenti protettivi da dare in dotazione agli operai impegnati nelle bonifiche: tute, guanti, maschere e stivali, da sottoporre a decontaminazione alla fine di ogni turno lavorativo, che non potrà superare le 4 ore. Ma ormai è troppo tardi: le analisi effettuate dalla Medicina del Lavoro di Bari rilevano concentrazioni di arsenico nelle urine degli operai comprese tra 2000 e 5000 gamma/litro, contro un limite di tollerabilità fissato in 100 gamma/litro.Davanti all’ospedale la gente si ammassa: tutti, preoccupati per la propria salute, chiedono di essere sottoposti ad analisi. Così si raccolgono centinaia di campioni di urine, "che verranno poi nella maggior parte versate nei gabinetti", come affermerà Magno in un convegno tenutosi l’anno seguente all’università di Bari, "per mancanza di idonee attrezzature".Il 4 ottobre arrivano i genieri dell’esercito a recintare l’area contaminata con filo spinato. I vigili urbani in tuta di gomma sorvegliano le strade e i boy scout consigliano agli automobilisti di andare piano e di chiudere i finestrini. Il 5 ottobre il numero dei ricoverati sale a 43. Sulle analisi degli operai cominciano a sorgere dei sospetti. I risultati arrivano solo dopo molti giorni, e in molti casi risultano incompleti. "La Repubblica" accusa: "Ambrosi è pagato dall’Anic, è suo consulente aziendale e ha cercato fin dal primo momento di minimizzare quanto accaduto a Manfredonia". Intanto il giorno seguente la Procura di Foggia emette sei avvisi di garanzia per altrettanti dirigenti dell’Anic, accusati di strage colposa. Queste notizie fanno salire la tensione in città: si svolgono le prime assemblee popolari in Piazza del Popolo e nel rione Monticchio. L’8 ottobre centinaia di persone ferme davanti all’ospedale, stanche di aspettare risultati che non arrivano, si radunano in un corteo che attraversa le strade cittadine, per giungere in comune, dove chiedono un incontro con il sindaco. Quel giorno Magno, su indicazione del Comitato Tecnico-Scientifico, istituisce una terza zona di sicurezza, la zona C, esterna alla B per un raggio di 3 chilometri. Comprende praticamente tutta la città di Manfredonia, nella quale si impone lo svuotamento e la bonifica delle cisterne dell’acqua piovana, il divieto di raccolta e consumo dei prodotti vegetali. Giovedì 14 e venerdì 15 ottobre si apprendono dalla Gazzetta del Mezzogiorno due notizie gravissime: 1) le analisi delle urine effettuate a Bari sono state sospese perché gli stessi medici sono stati intossicati dall’arsenico; 2) muore in ospedale una diciassettenne, Giulia Martire, in seguito all’ingestione di frutti raccolti nei campi intorno all’Anic. Verrà disposta l’autopsia sul corpo della ragazza, i cui risultati non saranno mai resi noti. La popolazione è scossa. Il Consiglio Comunale approva una mozione per chiedere la riconversione della zona industriale con industrie pulite e manifatturiere e indice una "giornata di lotta" per domenica 17 ottobre. La manifestazione, guidata dal Sindaco, è imponente e vi partecipano dalle 10.000 alle 15.000 persone. Magno, nel discorso conclusivo in piazza Duomo, ribadisce la richiesta di smantellare l’Anic, ma aggiunge: "se la scienza ci darà tutte le garanzie, ci terremo anche questo mostro".Il giorno dopo, a tre settimane soltanto dal disastro, riaprono le scuole e si autorizza la ripresa del mercato settimanale. E martedì 19, dopo solo due settimane di lavoro, si dichiarano completate le operazioni di disinquinamento nelle zone B e C. Lo stesso accadrà per la zona A il 3 novembre. Il 13 e 14 dicembre del ’76 il Comitato Tecnico-Scientifico e i Comuni di Manfredonia e Monte Sant’Angelo dichiarano agibile tutta l’area interessata dall’incidente e ordinano la rimozione delle recinzioni.All’inizio del 1977, per gli operai Anic viene innalzato prima a 300 e poi a 800 gamma/litro il limite di arsenico nelle urine oltre il quale scatta la messa a riposo. Il 4 marzo riprende la produzione di caprolattame, seguita da quella di fertilizzanti nell’autunno seguente, dopo la sostituzione della colonna esplosa.Il 60 % della produzione agricola e il 30 % di quella zootecnica viene distrutta. I braccianti hanno perso dalle 10.000 alle 12.000 giornate lavorative, mentre il pesce del golfo per intere settimane è stato respinto dai mercati. Alcuni paesi europei hanno minacciato di non ritirare più glutammato monosodico prodotto dall’Ajinomoto di Manfredonia, e uno si essi ha preteso che i carichi fossero accompagnati da certificati sanitari. Questi i danni calcolati a un anno dal disastro. Restano incolcolati i danni alle imprese ubicate nelle zone B e C e incalcolabili le perdite degli operatori turistici, per i quali comincerà una fase di declino che in breve porterà alla decimazione delle strutture ricettive. L’arsenico, entrato ormai nella catena alimentare della popolazione, resterà a lungo in circolo nel sangue della gente di Manfredonia.
 
posted by Senza Padroni at 6:57 PM | 0 comments
martedì, ottobre 10



Alle Iene droga tra i parlamentari. Il garante blocca il servizio

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ROMA - Il garante per la Privacy ferma le Iene. L'Authority ha deciso di bloccare il contestato servizio del programma di Italia 1 sul test antidroga a 50 deputati, che sarebbe dovuto andare in onda questa sera. In base alle indiscrezioni fatte trapelare dagli autori della trasmissione, il test, eseguito all'insaputa dei parlamentari, avrebbe dato esiti clamorosi, con ben 16 casi di positività all'uso di stupefacenti. L'annuncio, fatto alla vigilia della prima puntata della nuova serie del programma, aveva subito scatenato polemiche fortissime. L'esame condotto è il cosiddetto drug wipe, un tampone frontale che secondo Davide Parenti, capo autore delle Iene, "ha una percentuale di infallibilità del 100%". I deputati sono stati avvicinati con la scusa di un'intervista. Poi una finta truccatrice si accorgeva che la fronte dell' intervistato era "troppo lucida" e tamponava. In realtà, l'ignaro si sottoponeva, senza saperlo, al test che svela se si è fatto uso di stupefacenti nelle ultime 36 ore. Critico verso la decisione del garante il papà e autore delle Iene, Davide Parenti: "Andiamo in onda da dieci anni rispettando la privacy di tutti, perfino dei guaritori filippini e dei ladri di motorini, figuriamoci quella dei deputati. Abbiamo fatto decine di servizi in questi anni cancellando sempre i volti delle persone coinvolte". Per il Codacons, invece, "l'indagine viola i più sacri principi della privacy. Chi assicura infatti che le prove, raccolte in modo illegale e con un furbo espediente, siano state distrutte e che quindi sia impossibile risalire ai singoli soggetti risultati positivi al test?". Ironico il ministro per la Famiglia, Rosy Bindi: "Alle Iene sono imbroglioni, ma se i miei colleghi non facessero uso di droghe, non si vedrebbe". Mentre il segretario dei Radicali italiani Daniele Capezzone chiede di "dissequestrare le Iene. La privacy vale, ma la libertà di informazione vale anche di più. Dico no alla censura". E anche Italia Bocchino di An chiede mandare in onda il servizio "facendo così chiarezza"
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repubblica.it

 
posted by Senza Padroni at 2:14 PM | 0 comments
lunedì, ottobre 9
Taranto-Manfredonia
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La settimana va via liscia e tutti ci ritroviamo d'accordo ad andare a Taranto perchè sennò che cazzo di domenica sarebbe stata!!!! Optiamo per una partenza tranquilla...
Alle undici siamo in viaggio e il ritardatario di turno c'è sempre!
Il viaggio fila via liscio, niente incontri, asfalto e basta.
Come vuole la tradizione l'unica sosta è Giovinazzo: caffè e via verso Taranto! Arrivati davanti al settore veniamo intercettati dai blu che sorpresi di vederci ci chiedono di andarcene, resistiamo venti minuti e poi si riparte per una di quelle trasferte che te la ricordi perchè è diversa da tutte...
Avanti Ultras!!!
 
posted by Senza Padroni at 3:39 PM | 1 comments
venerdì, ottobre 6
Tutti allo stadio, ma proprio tutti!

Nick Hornby, nel suo Febbre a 90°, sosteneva che non avrebbe mai voluto morire tra settembre e giugno, cioè quando la stagione è nel vivo e lasci la tua squadra nel mezzo della corsa scudetto. Se però malauguratamente un tifoso dell'Amburgo dovesse venire a mancare in futuro probabilmente potrà comunque sentire il boato dei suoi ex "colleghi di tifo", dacché su proposta del presidente del club Reichert la squadra vorrebbe allestire un piccolo cimitero a 15 metri dai cancelli dello stadio, l'AOL Arena.“Non sarà pieno di lapidi colorate e non trasformeremo il camposanto in una mercato di gadget, ma sarà un posto dove i veri tifosi potranno riposare per sempre” ha sostenuto il massimo dirigente della squadra che ha però da fronteggiare un paio di questioni.
Il problema principale è che, appunto, le tombe non potranno essere più di 500 mentre i tifosi della squadra tedesca sono migliaia (42mila solo i registrati) e pare che le richieste dopo un primo sondaggio sforino ampiamente le cinquecento unità. Come se non bastassero i problemi numerici anche la Chiesa si è opposta a questo "simpatico" progetto dichiarando tutto il disappunto versa l'iniziativa.I tifosi in ogni modo stanno alla finestra e se ciò dovesse realizzarsi sarà sicuramente un successo... tetro!
calcioblog.it

 
posted by Senza Padroni at 3:40 PM | 0 comments
mercoledì, ottobre 4
Allarme razzismo in Spagna: preso di mira un calciatore del Levante. L'episodio e' accaduto a Saragozza.

Ancora un episodio di razzismo nello stadio del Real Saragozza, stavolta durante la gara di Liga contro il Levante. Dagli spalti si sono uditi versi della scimmia nei confronti di un giocatore. Le richieste via altoparlante hanno immediatamente fatto si' che' i tifosi smettessero, ma l'accaduto e' finito sul taccuino dell'arbitro. Il Saragozza e' stato gia' punito con multe in tre casi: vittime Robert del Betis e, due volte, Eto'o del Barcellona.

Ora la domanda è questa: perchè se in uno stadio di un pease sperduto della Spagna un coglione o un gruppo di coglioni fanno versi della scimmia nei confronti di un calciatore, questa notizia deve arrivare fin sopra lo schermo del mio pc? non per dire che la cosa non m'interessi, ma se proviamo ad uscire già fuori da casa nostra possiamo trovare svariate forme di razzismo. Perchè nessuno ne parla? Perchè sono buoni a parlarne solo quando capita ad un personaggio "famoso" O perchè è successo in un posto come lo stadio?
Per non parlare se accendiamo la tv e se per esempio proviamo a parlare di lorsignori che ci governano. No, li no, li è permesso, è tollerato! Nello stadio no! Non lo puoi fare!
Perchè si tende sempre a dipingere gli stadi come una specie di centro della violenza e di razzismo quando per strada succedono cose centomila volte peggiori?
Perchè sto mondo fa così schifo!?
Ultras Unisce Razzismo Divide!
 
posted by Senza Padroni at 4:03 PM | 0 comments
martedì, ottobre 3
Ultras incastrati dalle telecamere
Tre tifosi ripresi mentre intonavano cori contro le forze dell’ordine durante Pescara-Atalanta

ULTRAS scatenati intonano cori contro le forze dell'ordine impegnate in servizi di sicurezza pubblica durante la partita di Coppa Italia "Tim Cup" dello scorso 23 agosto. In campo allo Stadio Adriatico, c’erano le squadre del Pescara e dell'Atalanta. Traditi dalle riprese delle telecamere analizzate dalla Polizia scientifica, tre tifosi sono finiti sul registro dei denunciati. Si tratta di F.D.S., trentenne di Montesilvano; C.P., trentenne di Pescara, entrambi già sottoposti in passato alla misura di prevenzione "Daspo"; nonché V.D.A., trentacinquenne di Pescara. I tre dovranno rispondere dell'accusa di oltraggio ad un Corpo politico, amministrativo e giudiziario oltre che di istigazione a delinquere. Il gruppetto, infatti, è stato notato sia prima che durante la gara, intonare delle frasi ingiuriose contro le forze dell'ordine in servizio. Poi, non soddisfatti, i tre si sono messi in piedi sulla ringhiera dell'anello superiore della Curva nord incitando altri "supporters" presenti a scandire con loro i vari coretti. I tre saranno quindi nuovamente colpiti dalla misura del divieto di accesso agli impianti sportivi del territorio nazionale, dove si svolgono competizioni sportive. Questo risultato rientra nell'ambito di una mirata attività di controllo che sarà ripetuta per tutta la durata del campionato, in tutti gli incontri che si disputeranno allo stadio Adriatico, al fine di contrastare analoghi episodi che incitano la tifoseria a comportamenti violenti e illegali.
 
posted by Senza Padroni at 2:33 PM | 2 comments
domenica, ottobre 1
Perchè non mi guardi negli occhi? Hai paura di vedere nei miei occhi il riflesso di te stesso? Preferisci scappare, nasconderti tra le ombre che accavallano la città e fingere di essere diverso, di appartenere ad una razza che non ti appartiene. E' facile sfuggire a me ma come puoi lottare con te stesso? La tua maschera si sgretola giorno dopo giorno, piccoli pezzi di bugia e vergogna vengono via silenziosamente lasciando i segni del tuo disprezzo. Preferisci vivere come un parassita che sfrutta la forza altrui o lottare per te stesso, per ciò in cui credi? Continua a pugnalare il tuo animo ed ignora le lacrime che da esso scendono... è semplice sopravvivere nella massa, quasi impossibile essere unico!

Francesca Piergianni
(una mia cara amica...)
 
posted by Senza Padroni at 6:46 PM | 0 comments