lunedì, ottobre 29
L'uomo che non muore mai.

Esattamente 57 anni fa nasceva a Crotone il più ironico, vero e profondo cantautore che l'Italia intera abbia mai avuto : Rino Gaetano. Per festeggiare il suo compleanno oggi pubblichiamo una poesia scritta per lui da Simone Cristicchi.
Hai Rino chi ci manca sei tu!

Se stamo qui stasera è pe salutà un amico
Pe ricordà un fratello che se chiamava Rino
So annato lì ar Verano solo pe fa un saluto
Perchè, lo posso dì, co te ce so cresciuto
Ce fosse un monumento, verrebbero in milioni
A rende omaggio ar genio che cantava le canzoni

Ah Rino, quella notte è stata un pò puttana
L'incrocio maledetto, là sulla Nomentana
Un improvviso schianto, lontano dar mattino
Te s'è portato via quer boja der destino

che avresti detto oggi de quello che succede
Avresti aperto l'occhi a chi più nun ce vede
Se fossi ancora vivo saresti un pò incazzato
E come la Guzzanti, verresti censurato
Se avessi ancora voce, faresti tutti i nomi
Come er buffone smaschera l'impicci dei padroni

Qui non c'è Gianna, Aida, nè Berta che filava
E quando tramonta il sol, Maria se n'è già andata
malgrado i cambiamenti, sto cielo è sempre blu
E' sempre der colore che l'hai lasciato tu

De artisti come te io oggi me li sogno
ma fosse più der cielo, ce n'ha bisogno er mondo
E le poesie che hai scritto, so come aghi de pino
Ce basterà raccoglieli, e ovunque sei, Ciao Rino

 
posted by Senza Padroni at 9:04 AM | 7 comments
domenica, ottobre 21
Il Vaticano veste Prada.






 
posted by Senza Padroni at 1:22 PM | 4 comments
venerdì, ottobre 19
Rabbrividiamooo!

Nel pomeriggio odierno si è tenuta la nona riunione dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive.

In via preliminare il collegio ha evidenziato come i positivi dati fin qui elaborati, oggetto di diffusa trattazione nel Rapporto dell’Osservatorio ed. 2007, di prossima pubblicazione, confermino l’esigenza di proseguire nelle linee strategiche tracciate.

Dopo aver preso atto delle ulteriori decisioni assunte, di consentire l’accesso ai soli abbonati per la gara “Roma – Napoli”, si è quindi passati all’analisi del livello di rischio delle gare in programma nelle prossime giornate.

All’incontro “Milan – Roma” è stato attribuito il rischio “4” con indicazione al Prefetto di disporre, per i tifosi ospiti, la vendita singola dei tagliandi ed il divieto di cessione del titolo, nonché, per tutti, la chiusura della vendita dei biglietti alle ore 19,00 del giorno precedente la gara.

Una più incisiva restrizione è stata invece disposta per i supporter foggiani che, per la partita “Cavese – Foggia”, ritenuta anch’essa a rischio “4”, non potranno recarsi a Cava de’ Tirreni.

Il Tavolo di lavoro ha quindi condiviso l’opportunità, sempre nella logica del processo di normalizzazione, di non prevedere restrizioni particolari per la gara “Napoli – Juventus”, attribuendole il rischio 3 che prevede un rafforzamento sia delle misure organizzative da parte delle componenti sportive, in primis la Società “Napoli Calcio”, che di quelle di sicurezza.

Sono state poi attenzionate le tifoserie del Bari e della Salernitana, in quanto loro gruppi si sono recentemente resi responsabili di furti lungo le vie di trasporto, con l’intesa che, in caso di recidiva, saranno presi più incisivi provvedimenti, come già positivamente sperimentato con altre tifoserie.

Inoltre, analizzati i precedenti tra i sostenitori della Juventus e dell’Inter (ed in relazione ai comportamenti di tifosi interisti recentemente rilevati dal Giudice Sportivo), per la gara “Juventus – Inter”, in programma il 4 novembre prossimo, atteso che la vendita dei tagliandi per questa gara inizierà il giorno 22 ottobre, il Prefetto di Torino è stato invitato a valutare la possibilità di prescrivere che i tagliandi per i tifosi ospiti siano incedibili e venduti singolarmente. La misura tende a far svolgere la gara alla presenza di tutti i tifosi, salvo nuove evidenze da parte delle due tifoserie.

 
posted by Senza Padroni at 1:24 PM | 1 comments
giovedì, ottobre 18
Come in ogni fine ottobre di ogni anno arriva puntuale l'appuntamento con la settimana antirazzista. Riportiamo di seguito l'articolo "Settimana d'azione FARE", tratto dal sito dell'associazione FARE, che parla, appunto, della settimana antirazzista 2007.

http://it.farenet.org

Settimana d’azione FARE

17 – 30 ottobre 2007

Anche se negli ultimi dieci anni sono stati fatti dei progressi considerevoli nella lotta al razzismo nel calcio, il problema è ancora ben lungi dall’essere risolto. In molte parti d’Europa assistiamo ancora, con allarmante regolarità, a aperte offese contro giocatori di colore o appartenenti ad altre minoranze, a livello base o di professionisti. Inoltre, i migranti e le minoranze etniche continuano a sentirsi escluse dalle strutture consolidate delle federazioni calcistiche, dei club e di alcune tifoserie in tutta Europa.

Su questo sfondo, la rete Football Against Racism in Europe (FARE) chiamerà a raccolta il prossimo ottobre la famiglia del calcio europeo in occasione della Settimana Europea d’azione contro il razzismo e la discriminazione nel calcio. L’anno scorso oltre 600 gruppi di 35 paesi hanno aderito alla manifestazione, che continua a crescere quale slancio congiunto del mondo del calcio contro il razzismo: per l’edizione di quest’anno ci aspettiamo un riscontro ancora più forte e speriamo di coinvolgere più amanti del calcio che mai.

Il concetto alla base della Settimana d’azione FARE è organizzare una serie di iniziative ed attività volte alla soluzione dei problemi locali di club o comunità, facendo sì, al contempo, che i gruppi in tutta Europa si uniscano a formare un fronte compatto contro il razzismo nel calcio.

Quest’anno dalla Settimana d’azione FARE partirà un appello per:
  • un maggiore coinvolgimento nel gioco di minoranze etniche e migranti;

  • l’inclusione di donne e ragazze,

  • un maggiore impegno contro l’omofobia nel gioco.

La rete FARE vuole anche incoraggiare più gruppi dell’Europa meridionale a prendere parte alla Settimana d’azione FARE. Durante la prossima edizione, inoltre, FARE darà il suo supporto a iniziative contro l’omofobia e la discriminazione sessuale.

Con il modulo scaricabile (in: inglese, Tedesco, italiano e francese) da www.FAREnet.org i gruppi possono chiedere un contributo (max. 400 €, presentazione delle domande entro il 10 settembre 2007) per l’organizzazione di eventi ed attività contro il razzismo dentro e fuori dagli stadi.

Anche se non chiedete nessun contributo: contiamo sul vostro impegno e la vostra capacità di sviluppare attività da soli, dato che siete voi a conoscere meglio la situazione in cui vivete. Potete inoltre chiedere al partner FARE del vostro paese di assistervi e consigliarvi in fase di preparazione e realizzazione delle iniziative. Non vediamo l’ora di ricevere le vostre proposte, iniziative e attività.

Ignorare il razzismo equivale ad accettarlo – mostra il tuo impegno e unisciti alla Settimana d’azione FARE il prossimo ottobre!


 
posted by Senza Padroni at 11:07 AM | 1 comments
lunedì, ottobre 15
Notizie dalla stanza dei bottoni e delle leve.

Nel pomeriggio l’Osservatorio si è riunito per analizzare, tra gli altri, i fatti di rilievo dell’ultima giornata di campionato e dibattere sulla disciplina dell’introduzione e vendita di bottiglie, anche di plastica, all’interno degli stadi.

Dalle informazioni analizzate dall’organismo collegiale è emersa una sostanziale regolarità dell’ultima giornata calcistica, ancorché segnata dalla disputa di oltre 20 gare considerate a rischio.

L’Osservatorio ha tuttavia stigmatizzato il comportamento di una frangia di tifosi interisti, responsabili dell’esposizione di striscioni dai contenuti offensivi ed anti-sportivi, auspicando un positivo esito dell’attività investigativa in attesa delle decisioni della giustizia sportiva.

Una particolare gravità è stata inoltre riconosciuta alla tifoseria tarantina dopo il rinvenimento del settore a loro destinato di 5 kg di artifizi pirotecnici e di uno striscione di contestazione alle normative antiviolenza.

In ordine all’introduzione e vendita di bottiglie all’interno degli stadi l’Osservatorio ha preso atto della circolare indirizzata dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza alle Autorità Provinciali di P. S. con la quale è stata chiesta una attenta valutazione dei presupposti per prescrivere il divieto di introduzione negli impianti di bottiglie, anche di plastica, con obbligo per i venditori all’interno dello stadio di mescita delle bevande in bicchieri di carta o plastica.

Per quanto concerne l’attribuzione degli indici di rischio, dopo una attenta disamina delle informazioni disponibili si è ritenuto possibile proseguire nel processo di normalizzazione che ha permesso di limitare le conseguenze per gare ad altissimo rischio quali “Livorno – Lazio” e “Juventus – Genoa” cui è stato attribuito “rischio 4” con la sola limitazione del “divieto di vendita cumulativa dei biglietti”, nonostante le gravissime criticità registrate in passato.

Le attuali e concrete informazioni acquisite in merito alla gara “Roma – Napoli”, che delineano profili di elevatissimo rischio ha invece indotto l’Osservatorio ad invitare il Prefetto di Roma, dopo aver sentito il Questore, ad adottare provvedimenti interdettivi compreso il divieto di vendita dei tagliandi al di fuori della Capitale e della provincia, con la conseguente chiusura del settore ospiti.
 
posted by Senza Padroni at 10:50 AM | 4 comments
venerdì, ottobre 12
Ancora silenzio a una settimana dalla sentenza ancora silenzio!! Ancora un articolo trovato in rete, parole che cadono nel silenzio aberrante, un silenzio che fa paura per quanto è innaturale. Cittadini sono morti, ammazzati dallo stesso stato che si è processato, si è assolto, ha pagato e ora vuole giustizia! Cittadini sono morti e a nessuno pare fregare nulla. Se poi cihedi a quelche giovane moderno cosa ne pensa di questa storia, ti viene risposto che ha altro a cui pensare. C'è gente nel mio stesso paese che non sa niente di questa storia, che non si preoccupa nemmeno di sapere, l'importante è il bel vestirsi, il bell'apparire. Non c'è orgoglio, non si pensa a quanto sia grave quella sentenza, quanto sia importante per la memoria della gente che ha lottato, PRETENDERE che i colpevoli, perchè lo sono tutti, paghino per tutto quello che hanno fatto. Per le famiglie stroncate, per il futuro spezzato, per la salute comprata, per le dignità barattata a suon di euro!!!



Processo Enichem a Manfredonia: agli operai fecero male le aragoste

Costanza Alvaro

Poteva esplodere come una bomba, la sentenza che venerdì 5 ottobre ha assolto dieci dirigenti del petrolchimico e due consulenti medici nel processo contro l’Enichem a Manfredonia. Poteva esplodere come quella colonna dell’impianto di ammoniaca che il 26 settembre del 1976, con un boato, ricoprì la città pugliese con 32 tonnellate di anidride arseniosa. Invece è stata pronunciata in un’aula ormai deserta ed è stata accolta nel silenzio più totale. Un silenzio raggelante per le due famiglie rimaste sole a portare avanti una battaglia contro un colosso: i Lovecchio e gli Amicarelli.
I fatti risalgono a 31 anni fa, un tempo troppo lontano per essere ricordato da tutti. Dopo l’esplosione gli operai dello stabilimento furono mandati a pulire la polvere d’arsenico con le scope, senza indossare nessun tipo di protezione. Mangiarono alla mensa il cibo che c’era. Negli anni seguenti ne morirono di cancro 23. “Ma ci sono anche altre vittime” ricorda Giulio Di Luzio, che nel 2003 ha scritto I fantasmi dell’Enichem, “donne incinte che hanno partorito bambini con il fegato liquefatto. Il fegato è l’organo più colpito dall’arsenico”.
Quando l’oncologo Maurizio Portaluri diagnosticò all’operaio Nicola Lovecchio, trentenne che non aveva mai fumato o bevuto in vita sua, un anomalo tumore al polmone, quell'operaio fece un esposto. Da lì comincia il lungo processo ai dirigenti dell’Enichem. Accusati di disastro colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni e omissioni di controllo.Loro si difendono dicendo che all’epoca non erano a conoscenza dell’entità del danno. Ma anche che la presenza di arsenico nei corpi degli operai era dovuta al fatto che questi mangiavano due chili di aragoste al giorno (il crostaceo contiene arsenico).Insieme alle famiglie degli operai si sono costituiti parte civile Legambiente, il Wwf, l’associazione di donne Bianca Lancia, la Regione Puglia, il Ministero dell’Ambiente e i comuni di Manfredonia, Monte Sant’Angelo e Mattinata.Prima della sentenza, però, alcune famiglie e tutti i comuni si sono ritirati per ricevere un indennizzo. Il Ministero dell’Ambiente è accusato dalle associazioni ambientaliste della lentezza con cui avviene la bonifica, che ancora non si è conclusa.Quel territorio è pesantemente inquinato: la falda acquifera, la catena alimentare sono contaminate. La produzione di caprolattame dell’Enichem venne fermata nel 1988 perché i suoi scarichi a mare furono giudicati responsabili di una moria di delfini e tartarughe nel basso Adriatico.Nel 1994, però, viene firmato un contratto d’area, strumento economico che permette l’arrivo di finanziamenti per l’industrializzazione di aree in crisi. Così la Regione autorizza la reindustrializzazione dell’area di Manfredonia senza una valutazione d’impatto ambientale. E nel 2002 l’Unione Europea apre una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia che “non ha adottato le misure necessarie ad assicurare che i rifiuti, stoccati o depositati in discarica presenti nel sito Enichem, fossero recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e pregiudizio per l’ambiente”.E Manfredonia diventa un paradosso che si avvita su se stesso, “una città in ginocchio, che inevitabilmente rimuove i suoi fantasmi per potersi permettere di guardare al futuro”, nelle parole di Di Luzio.Le assenze nell’aula di tribunale e il silenzio che ha accolto la sentenza di primo grado fanno parte di questo gioco inevitabile. Ma ci sono ancora due famiglie che, in nome dei propri morti, hanno scelto di non partecipare.E, mentre il sindaco di Manfredonia Paolo Campo pensa di usare l’indennizzo per commemorare le vittime, l’oncologo Maurizio Portaluri, ora direttore generale dell’Istituto tumori di Bari, chiederà che quei soldi vengano destinati a uno studio epidemiologico del territorio, che a tutt’oggi non è ancora stato fatto.
 
posted by Senza Padroni at 10:45 AM | 1 comments
martedì, ottobre 9
Passano i giorni e cresce la rabbia: VERGOGNATEVI!

I dirigenti dell'Enichem assolti
Alessandro Langiu

[5 Ottobre 2007]

Stamattina, alle 12, a Manfredonia il giudice monocratico, dottoressa Valente, ha pronunciato la sentenza di primo grado del processo alla Enichem . I dirigenti della multinazionale sono stati assolti perché «il fatto non sussiste». Il processo era iniziato da un esposto, nel 1996, alla Procura di Foggia, da parte di un operaio. Nicola Lovecchio. E dell’oncologo Portaluri, a seguito delle indagini e ricerche che avevano svolto. Il pubblico ministero Lidia Giorni, dopo cinque anni di indagini e riscontri, riuscì poi a far iniziare il processo. Nel 2001 prendono avvio le udienze, fitte di testimonianze e periti che ricostruiscono i fatti. Il capo d’imputazione è grave: omicidio colposo plurimo motivato dall’esposizione all’arsenico dei lavoratori dell’Enichem. Nel 1976 era scoppiata la colonna di lavaggio dell’ammoniaca, all’interno della quale erano contenute tonnellate di arsenico. Nell’immediato non fu resa chiara la gravità dell’incidente, e le operazioni di bonifica partirono con dieci giorni di ritardo. Gli operai e tutti gli addetti dell Anic [Enichem], andarono o a lavorare regolarmente anche il giorno dell’incidente. Gli operai furono impiegati anche nelle operazioni di bonifica senza le dovute cautele. Ma soprattutto non furono informati precisamente sul rischio. Fu solo in seguito, a causa di valori di arsenico nelle urine elevatissimi, che iniziarono per loro i periodi di malattia. Nel processo, gli operai che si sono costituiti parte lesa sono 23, molti dei quali, oggi, deceduti o ammalati di tumore. Il processo è andato avanti in questi anni, con la signora Lovecchio, la vedova dell’operaio che ha denunciato tutto, in silenzio ad ascoltare, in aula, insieme ai parenti degli altri operai. Il processo di primo grado è durato sei anni, per le numerose perizie fornite da consulenti del pubblico ministero, e le contro-perizie dell’Enichem. Perizie che hanno cercato di far luce sui materiali impiegati nella produzione, i sistemi di sicurezza, ma soprattutto sull’esposizione all’arsenico e polvere di urea. Ma se la scienza è d’accordo, in maniera unanime, sulla natura cancerogena dell’arsenico, altrettanto non è per i periti dell’Enichem. I quali hanno anche ipotizzato, nel corso del processo che l’eccessivo tasso di arsenico nelle analisi fatte agli operai, non fosse legato all’esplosione né, tanto meno, ai processi produttivi, bensì alle loro abitudini alimentari. Un elevato consumo di crostacei e soprattutto di gamberi, hanno detto, è la causa dell’elevato tasso di arsenicure. Elevato consumo che secondo i periti dell’accusa si quantificherebbe in un chilo giornaliero, più meno. Di sicuro la spesa abituale per ogni operaio. Le ultime udienze sembrano esser state. Il giudice Valente nel maggio scorso nomina due superperiti: uno di dell’Universià di Napoli, l’altro di Salerno, ma con la peculiarità di essere padre e figlia. La perizia si è basata solo sugli atti forniti dall’Enichem, e non su quelli forniti dai consulenti del pm e degli avvocati dell’Accusa. Il risultato è immaginabile. Ulteriore svantaggio, le proposte di patteggiamento alle famiglie, costituitesi anche parte civile. Molte hanno accettato somme tra venti e settantacinquemila euro, a seconda del grado di parentela. La vedova Lovecchio e pochi altri hanno rifiutato. Di recente hanno patteggiato anche altre parti civili: I comuni di Manfredonia, di Mattinata e Monte Sant’angelo. A «guadagnare» di più è stato il comune di Manfredonia: 300 mila euro. Oggi, in un’aula gremita di persone come non se ne erano viste per anni, il giudice ha pronunciato la sentenza: tutti assolti perché il fatto non sussiste. Parole cadute, dopo due ore di attesa, nel silenzio più completo.
 
posted by Senza Padroni at 1:15 PM | 5 comments
venerdì, ottobre 5
VERGOGNA!
Eccola qui la giustiza italiana. Se faccio un invasione di campo rischio l'ergastolo e chi ha ammazzato e continua ad ammazzare innocenti solo per arricchirsi è innocente. Bastardi!

Processo Enichem: tutti assolti


E' di poco fa la lettura della sentenza del processo Enichem che vedeva imputati alcuni dirigenti del petrolchimico e due medici.

Tutti assolti perchè il fatto non sussiste. Questa la decisione che ha creato profondo sdegno e sgomento nell'opinione pubblica.

Della Seta sulla sentenza al processo Enichem
Il presidente di Legambiente: “L’inquinamento a Manfredonia ha ucciso, questo è un dato di fatto inoppugnabile e per vederlo affermato ci impegneremo con ogni mezzo possibile”

Il processo “Enichem” si è chiuso in primo grado con la sentenza di assoluzione degli imputati “perché il fatto non sussiste”. Il Presidente di Legambiente, Roberto Della Seta replica: “l’inquinamento a Manfredonia ha ucciso, questo è un dato di fatto inoppugnabile e per vederlo affermato ci impegneremo con ogni mezzo possibile”. L’associazione ambientalista si prepara al ricorso in appello e attende che vengano depositate le motivazioni che hanno convinto il giudice all’assoluzione di tutti e 10 gli ex dirigenti dello stabilimento chimico ai quali si è tentato di ricondurre la responsabilità condizioni di sicurezza tali da non esporre alla contaminazione gli operai che furono impiegati per ripulire il sito dalla coltre di arsenico che si depositò dopo l’incidente del 26 settembre 1976. Secondo l’accusa, in seguito a quella prolungata esposizione nel corso degli anni morirono per gravi patologie oltre 20 operai. Legambiente si costituì parte civile insieme a WWF, associazione donne Bianca Lancia, Regione Puglia, Ministero dell’Ambiente, Comuni di Manfredonia, Mattinata e Monte Sant’Angelo, questi ultimi ritiratisi per aver raggiunto un accordo sull’indennizzo. “Aspetteremo senz’altro i 90 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza –ha precisato Della Seta– ma Legambiente certamente andrà avanti insieme alla vedova di Nicola Lovecchio (l’operaio che per primo denunciò la malattia). Su questa vicenda pretendiamo verità e giustizia, affinché non passi il segnale che l’industria italiana non è solo depauperatrice del territorio e delle vite dei cittadini, quanto piuttosto di una opportunità di sviluppo attento e sostenibile”.


 
posted by Senza Padroni at 3:19 PM | 5 comments