lunedì, novembre 5
Ad uno ad uno cadono tutti i tasselli di quello splendido gioco chiamato Calcio.

E' morto Nils Liedholm. Aveva 85 anni. Il decesso è avvenuto a Cuccaro, in provincia di Alessandria, dove l'ex campione di calcio, in campo e in panchina, aveva una tenuta agricola. I funerali si svolgeranno giovedì alle ore 11.
Nato a Valdemarsvik, in Svezia, nel 1922, "Il Barone", come lo chiamavano i tifosi, è stato un grandissimo sia come calciatore che come allenatore. Se la carriera in campo, dopo l'arrivo in Italia nel 1949, la trascorse tutta con la maglia del Milan formando l'eccezionale terzetto scandinavo Gre-No-Li insieme ai compagni Green e Nordahl, i suoi successi in panchina furono sia con i rossoneri che con la Roma. Ma nella sua carriera di tecnico vanno ricordate anche le esperienze con Verona, Varese, Monza e Fiorentina.
Giocando vinse con il Milan quattro scudetti e due coppe latine, allenando altri due titoli di campione d'Italia e tre coppe Italia. Il primo tricolore, ancora con il Milan, nel 1979, che valse ai rossoneri la Stella; il secondo con la Roma di Falcao e Bruno Conti nel 1983, fallendo però l'anno successivo la finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool.
Una carriera strepitosa la sua, ma oltre che bravissimo Liedholm fu anche un personaggio straordinario. Signorile, garbato, con un senso dell'umorismo unico e lieve, ha riempito gli annali della Serie A con aneddoti e leggende metropolitane. A renderlo indimenticabile anche un accento nordico mai sparito del tutto, malgrado oltre secolo trascorso in Italia, dove una volta lasciato il mondo del calcio gestiva un'azienda vinicola a Cuccaro Monferrato. Ogni volta che da allenatore giallorosso veniva intervistato dalle allora ancora poco invadenti televisioni, "Il Barone" rispondeva immancabilmente con lo stesso incipit: "Roma jogato bene...".
Citatissimo, anche se probabilmente da verificare, l'episodio, risalente alla sua carriera da giocatore, che vuole l'intero stadio di San Siro applaudire a scena aperta il primo passaggio sbagliato dopo un'interminabile serie di partite giocate senza commettere neppure un errore.
Celebre era anche la sua scaramanzia e l'amore per lo zodiaco, e qui gli aneddoti si sprecano davvero. Le sue tasche, hanno raccontato in molti, traboccavano di corni, polveri magiche e zampe di gallina. Allo stesso modo la Roma sarebbe andata spesso in "pellegrinaggio" a Busto Arsizio, dove risiedeva il mago-astrologo Maggi, che pare gli abbia anche predetto la sconfitta nella finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool.
Ma ricordare solo gli aspetti folcloristici sarebbe riduttivo. Se Liedholm fu un grande in campo giocando un calcio oggi difficilmente comprensibile, fatto di lentezza e virtuosismi, forse ancora più importante è il segno lasciato in panchina. Fu uno dei primi a introdurre in Italia il gioco a zona, attirandosi all'inizio aspre critiche, poi spazzate via dalle splendide prestazioni della Roma di metà anni '80. Il gioco a zona, e cioè la marcatura non fissa sull'attaccante, fu osteggiata dagli italianisti come Gianni Brera, che pure lo apprezzava. Fu una piccola guerra di religione, che divise il calcio negli anni '80.
A Liedholm si deve inoltre anche il lancio in Serie A di un giovanissimo Carlo Ancelotti, appena prelevato dal Parma, e la consacrazione di Bruno Conti nell'Olimpo dei migliori giocatori italiani di tutti i tempi.
Poi la sua terza vita nel Monferrato, a produrre vini. Con l'ironia di sempre, e una certa nostalgia per il suo mondo.



 
posted by Senza Padroni at 8:01 PM |


3 Comments:


At 11/06/2007 8:36 AM, Anonymous Anonimo

Bellissimo racconto, Addio Barone!

 

At 11/06/2007 1:52 PM, Anonymous Anonimo

un altro uomo del calcio che piace a noi ci ha lasciato ....
a questo calcio sempre più malato e trasandato
barone R.I.P.
B.S.C.

 

At 11/06/2007 1:52 PM, Anonymous Anonimo

un altro uomo del calcio che piace a noi ci ha lasciato ....
a questo calcio sempre più malato e trasandato
barone R.I.P.
B.S.C.