VERGOGNA!Eccola qui la giustiza italiana. Se faccio un invasione di campo rischio l'ergastolo e chi ha ammazzato e continua ad ammazzare innocenti solo per arricchirsi è innocente. Bastardi!Processo Enichem: tutti assolti E' di poco fa la lettura della sentenza del processo Enichem che vedeva imputati alcuni dirigenti del petrolchimico e due medici. Tutti assolti perchè il fatto non sussiste. Questa la decisione che ha creato profondo sdegno e sgomento nell'opinione pubblica. Della Seta sulla sentenza al processo Enichem
Il presidente di Legambiente: “L’inquinamento a Manfredonia ha ucciso, questo è un dato di fatto inoppugnabile e per vederlo affermato ci impegneremo con ogni mezzo possibile”
Il processo “Enichem” si è chiuso in primo grado con la sentenza di assoluzione degli imputati “perché il fatto non sussiste”. Il Presidente di Legambiente, Roberto Della Seta replica: “l’inquinamento a Manfredonia ha ucciso, questo è un dato di fatto inoppugnabile e per vederlo affermato ci impegneremo con ogni mezzo possibile”. L’associazione ambientalista si prepara al ricorso in appello e attende che vengano depositate le motivazioni che hanno convinto il giudice all’assoluzione di tutti e 10 gli ex dirigenti dello stabilimento chimico ai quali si è tentato di ricondurre la responsabilità condizioni di sicurezza tali da non esporre alla contaminazione gli operai che furono impiegati per ripulire il sito dalla coltre di arsenico che si depositò dopo l’incidente del 26 settembre 1976. Secondo l’accusa, in seguito a quella prolungata esposizione nel corso degli anni morirono per gravi patologie oltre 20 operai. Legambiente si costituì parte civile insieme a WWF, associazione donne Bianca Lancia, Regione Puglia, Ministero dell’Ambiente, Comuni di Manfredonia, Mattinata e Monte Sant’Angelo, questi ultimi ritiratisi per aver raggiunto un accordo sull’indennizzo. “Aspetteremo senz’altro i 90 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza –ha precisato Della Seta– ma Legambiente certamente andrà avanti insieme alla vedova di Nicola Lovecchio (l’operaio che per primo denunciò la malattia). Su questa vicenda pretendiamo verità e giustizia, affinché non passi il segnale che l’industria italiana non è solo depauperatrice del territorio e delle vite dei cittadini, quanto piuttosto di una opportunità di sviluppo attento e sostenibile”.