martedì, maggio 27
Profeticamente...ULTRAS!

Leggi speciali: oggi per gli ultrà, domani per tutta la città!

 
posted by Senza Padroni at 4:08 PM | 2 comments
lunedì, maggio 26
10, 100, 1000 invasioni!
























 
posted by Senza Padroni at 6:58 PM | 5 comments
sabato, maggio 24
Pic of the week

Chiaiano (Napoli)

 
posted by Senza Padroni at 8:00 PM | 2 comments
giovedì, maggio 22
La domanda nasce spontanea...

Morte tifoso Sandri, condannati 4 ultras

Quattro ultras sono stati condannati per gli incidenti dell'11 novembre scorso
a Roma seguiti alla morte del tifoso della Lazio Gabriele Sandri, ucciso in
un'area di servizio autostradale vicino ad Arezzo da un colpo sparato da un
poliziotto. Esclusa l'aggravante di aver agito a fini di terrorismo, due di
loro sono stati condannati a 5 anni, gli altri a due.

...ma Spaccarotella?
 
posted by Senza Padroni at 10:20 PM | 2 comments
mercoledì, maggio 21
I libri degli Ultras
tratto da www.wuz.it

Abbiamo deciso di far parlare i protagonisti. Persone che hanno lavorato e dedicato il loro tempo a raccontare le storie negli stadi Italiani. A volte sono persone nate e cresciute nelle curve. A volte no. Ma non è questo il punto. Sono autori. Autori di libri-testimonianza. Libri documento che hanno il potere di dire le cose per come stanno, senza false mitizzazioni e senza troppe ipocrisie. Ne abbiamo parlato con Massimo Fortuna, autore di Noi Siamo la Cremonese , di Maurizio responsabile della prima biblioteca sul genere – Progetto Ultras, con Daniele Belotti autore di Atalanta, Folle Amore Nostro, con Domenico Mungo autore di “Cani Sciolti” e con Giulio titolare della casa editrice Boogaloo Publishing.

GIULIO
Perchè si decide di aprire una casa editrice cosi' particolare


Nel 1987 trovandomi in vacanza a Londra mi sono comprato Steaming In di Colin Ward, in pratica il libro che ha dato il via (insieme a Bloody Casuals) al fenomeno della letteratura "file under terraces". In seguito ho continuato a comprarmi libri sull'argomento e nel 2002 mi sono chiesto come mai nessun editore italiano non traducesse libri di questo tipo. E così ci abbiamo provato e abbiamo iniziato a tradurre. Poi nel 2003 quando a malincuore dopo 10 anni ho deciso di chiudere il mio negozio di dischi (vinile, non solo cd), che ovviamente si chiamava Boogaloo Records, mi sono buttato anima e corpo in questa missione: proporre al pubblico italiano libri che nessuno avrebbe mai tradotto.

Quali sono le maggiori difficolta' d'inserimento in un mercato Non certo propenso a questo tipo di culture?

Fin dall'inizio ho deciso di non affidarmi a una distribuzione classica (quella che fa arrivare i libri nelle librerie tanto per intenderci), per il semplice motivo che essendo una casa minuscola non potevamo permetterci di rinunciare al 55%-60% del prezzo di copertina (tenuto anche conto delle royalties che paghiamo agli editori stranieri su ogni copia venduta). Il discorso è stato semplice: noi traduciamo, stampiamo e aspettiamo che qualcuno capiti nel nostro sito internet e faccia un ordine. La convinzione che prima o poi qualcosa si sarebbe mosso era marmorea, vista l'apaticità degli editori italiani riguardo all'argomento. Ci è voluto il suo tempo per prendere un ritmo dignitoso ma adesso siamo contenti. All'inizio è stata un po' dura perché c'era molta diffidenza, ma piano piano abbiamo guadagnato la stima e la fiducia dei nostri lettori. All'inizio qualcuno ha voluto individuare nella nostra iniziativa chissà quale missione eversiva. In libreria c'è una messe infinita di libri su assassini seriali, violentatori, il peggio del peggio. Naturalmente nessuno si sognerebbe mai di dire qualcosa. Poi uno legge la parola hooligan e si indigna. Pecore!

Che significato può avere la letteratura Ultras, oggi, anche alla luce di tutto quanto sta succedendo?

Un significato storiografico visto che le autorità sembrano convinte a sradicare di punto in bianco una cultura giovanile che si è sviluppata per qualcosa come 40 anni. Scherzo naturalmente, ed è giusto per sdrammatizzare. Io penso che quando qualcuno apre un libro è sempre un bene, indipendentemente dall'argomento trattato (ci sarebbe da discuterne, ma spero di aver trasmesso il senso).

Che cos'e' per te la cultura Ultra, in Italia, e Hooligan in inghilterra?

Due fenomeni giovanili che volenti o nolenti hanno flirtato con tutte le culture giovanili che si sono succedute nei due paesi negli ultimi 40 anni.

Perchè la gente dovrebbe leggere questo tipo di libri?

Per curiosità, per passione, anche per sport! E inoltre anche per dare un segnale forte a livello librario. In Italia vengono stampati bastimenti di libri, ma poi alla fine sono sempre gli editori a fare il mercato, a proporre titoli. Con il nostro esperimento abbiamo cercato di dimostrare che ci deve essere spazio anche per le letterature di nicchia, svincolate da logiche di mercato. Ormai i libri uno se li vede imporre come articoli da comprare in edicola in base a campagne pubblicitarie milionarie che ti dicono cosa devi leggere (solo per il motivo che costa poco). Ma stiamo scherzando?

MASSIMO FORTUNA
Perché scrivere un libro sulla storia Ultras di una città come Cremona.


Perchè la storia ultras è diversa, o meglio, non è solo incidenti, e altre fandonie che si leggono tutti i giorni... primo, e poi per lasciare tracce indelebili del nostro passaggio alle generazioni future, oppure ai "vecchi" sempre nostalgici e perchè SENZA STORIA NON PUO ESSERCI UNA MEMORIA.

Che cosa si vuole trasmettere attraverso un libro che parla di storia Ultras

Adesso è un pò tardi per cercare di fare capire a chi viene manovrato giornalmente dai mass media, cosa sia davvero il MONDO ULTRAS, di certo sono sicuro che singolarmente ci troviamo tutti e tutti i giorni, nel doverci confrontare con questo enorme fardello, e ogni "azione" che eseguiamo anche lontane dallo stadio, anche durante ogni semplice giornata viene strumentalizzata.
Sono queste le queste premesse con cui dobbiamo lottare ogni giorno e riuscire in quello che mi chiedi, è praticamete impossibile, una volta forse si poteva parlare con il popolo di radici profonde, di ideali, di fede, di passione e di perchè no RANCORI E ODI SECOLARI, i nostri vecchi ne erano la prova tangibile, ma adesso nel paese del ipocrisia, del finto buonismo, del odio per il semplice vicino di casa, a chi vuoi che interessi di MERAVIGLIOSI ESSERI UMANI ANCORA VERI E FIERI?? sono troppo intenti e presi nel apparire che si sono dimenticati di ESSERE!


Per te cos’ha rappresentato fare così tanti sacrifici per scrivere questo libro?

Quando dopo 3 anni, finì di scrivere il malloppo del mio libro, sono 450 paginette...ero orgoglioso e felice, e sopratutto mi sentivo un privilegiato, cosi come mi sento ogni qual volta salgo sopra ad un autobus pronto per una nuova avventura, sola che stavolta avevo provato le mie capacità al limite del impossibile, io, ragazzo di strada ( e non lo dico per fare scena) sempre nei casini, ero riuscito in un qualcosa che nemmeno mio padre credeva possibile, e credimi che le lacrime sono state tante, cosi come le promesse fatte a qualcuno che invece credette in me sin dall'inizio, ecco per me è stata una specie di rivincita con il destino!

Perché una persona dovrebbe acquistare un libro di questo tipo?

Alla gente infilano di tutto in quel posto, romanzi, fantascienza, gialli, tutto o quasi irrimediabilmente falso e solito, mentre i nostri, magari esagerando un attimino, come mi è capitato di leggere in certi libri ultras, sono veri, sono le vite di tanti ragazzi infilate dolcemente o con rabbia, in pagine e pagine di passione..se non vale la pena leggere per questi motivi, che almeno provino a saperne di piu del nostro mondo, cosi magari un giorno eviterebbero di esprimere pareri senza sapere.

DANIELE BELOTTI
Perchè scrivere di storie Ultras, oggi, alla luce anche di quanto sta succedendo


Il mondo delle curve non va criminalizzato come, purtroppo, capita spesso. La curva va intesa, non come un insieme di delinquenti, bensì come un punto di aggregazione unico e incredibile: si trovano,gli uni accanto agli altri, benestanti e "spiantati", laureati e "analfabeti", ragazzini e padri di famiglia, simpatizzanti di destra e di sinistra, tutti uniti dalla bandiera della propria squadra. E allora proprio in questo momento in cui sta passando solo un messaggio negativo delle curve e degli ultrà, è bene raccontare l'aspetto principale, che non è quello della violenza, ma quello della passione e dell'aggregazione, che viene quasi sempre nascosto.

Come si può far capire alle persone che, al di là di quello che si vede in televisione, il tifo in Italia ha radici molto lontane, ormai storicizzate e che sono strettamente legate alla storia sociale del paese?

Il tifo nasce non certo con le squadre di calcio, ma ancor prima con le rivalità tra paesi vicini. In epoca moderna, la squadra di calcio della propria città diventa un simbolo di identità e di legame con il territorio. La squadra di calcio diventa così la bandiera della propria comunità e, di conseguenza, si porta dietro di sè anche quella parte di "tifo contro" e di rivalità tipiche del nostro paese. Se si condanna il tifo e le rivalità calcistiche, allora, bisogna condannare anche tutta la storia italiana fatta dai mille campanili, dall'era dei Comuni, dai pali tra contrade ecc.

Quando si finisce di scrivere, ripercorrere la storia di una tifoseria, qual'e' la sensazione più forte che si ha dentro?

Semplicemente di aver documentato un pezzo di storia della propria comunità, della propria gente. Una storia fatta certo non da episodi che hanno cambiato il mondo, ma che però tanta gente comune ha potuto vivere in prima persona. E proprio per questo è una storia ricca di emozioni dirette, che sono ancora più forti per chi ha la fortuna di scriverla e raccontarla.

Perchè la gente dovrebbe leggere questo tipo di libri?
Un tifoso che ha vissuto tanti dei momenti raccontati, per lasciarsi andare ad emozionanti ricordi; Un tifoso, diciamo così, più giovane, per conoscere la storia della propria squadra, della propria curva e per accrescere sempre di più il senso di appartenenza alla curva Un non tifoso, per capire perchè tanta gente di ogni età, livello culturale, ceto sociale, professione, credo politico, vive una passione così forte per i colori della propria squadra di calcio.

DOMENICO MUNGO
Perchè scrivere di storie Ultras, oggi, alla luce anche di quanto sta succedendo?


Scrivere oggi di storie ultras diviene necessario più che mai. Il ciclone mediatico che ha investito la crime scene in seguito ai fatti di Catania e all’omicidio di Gabriele Sandri riporta in auge la necessità di raccontare e spiegare un mondo, quello ultras, ai più oscuro e inconcepibile. Ritengo che sia maturo il tempo di fare un passo in avanti, di considerare quella che è definita, semplificata e banalizzata come sottocultura giovanile alla stregua di un vero e proprio genere letterario, con una sua dignità e le debite considerazioni in merito. L’agiografia che ha innalzato a modelli di scrittura, di filone e di genere gli autori anglosassoni, i cosiddetti hoolwriters come John King, Cass Pennant, Caroline Bell, Irwin Welsh e compagnia bella, perché non dovrebbe valere anche per noi autori italiani? Forse a causa della solita malcelata esterofilia che ci impone di sottovalutare la nostra cultura e la nostra peculiarità riguardo al fenomeno della tifoseria estrema? Eppure molti autori italiani sono dotati di talento e di originalità pari a quella di alcuni britannici che ormai sovente scrivono su commissione ad uso e consumo di un mercato fertile. Ritengo inoltre che i presupposti culturali, sociali e politici del Caso Italia siano del tutto differenti da quelli d’oltremanica e come tali vadano raccontati, approfonditi, valorizzati. In Italia ci sono già alcuni casi di scrittori ultras, al di là dell’encomiabile lavoro fatto dai ragazzi delle curve che hanno negli ultimi anni redatto le biografie dei propri gruppi di appartenenza o delle proprie curve, lavoro fondamentale anche dal punto di vista della creazione di una memoria storica concreta e consultabile da tutti. Ti posso citare a memoria fior di autori ultras e non solo come Vincenzo Abbatantuono, Marco Romelli, Angelo Petrella il cui protagonista del noir Nazi Paradise è uno skin heads partenopeo, hacker e frequentatore della Curva A del San Paolo, il sottoscritto, Andrea Arena, Cosimo Villari, quel Tim Park londinese di nascita ma buteo d’adozione e di fede. Quindi il filone esiste già, esistono editori coraggiosi che hanno dato spazio a scrittori loosers e politicamente scorretti. Dirò di più, esiste anche una letteratura saggistica rivoluzionaria e antisistemica generata dall’opera di Valerio Marchi, colpevolmente sottovalutata dalla sociologia ufficiale, che ha scardinato la bolsa retorica accademica dei figliocci di Lorentz, Morris, della scuola di Oxford e degli epigoni italiani (Dal Lago, Roversi e Salvini). Adesso l’obbiettivo è che la lobby dei critici paludati e musoni della stampa di settore si renda conto di ciò e che si inizi a parlare senza retorica e pregiudizi di questo genere. Ti lascio con uno stralcio della prefazione di Cani Sciolti, il mio libro zibaldone che uscirà a breve per Boogaloo Publishing e che vuole essere un romanzo corale sulla storia del movimento ultras italiano narrato attraverso decine di storie diverse, drammatiche, sbaglaite: “Io credo di sapere che gli ultras hanno diritto ad avere una storia alle spalle. Ed io il diritto di scrivere un libro su di loro. Con loro. Per loro. E questo è il libro che avete in mano. Questo libro nasce da esperienze personali, racconti orali, articoli di giornale, libri, di scritti esistenti e di memorie che vagano nel vento. Questo libro racconta storie di ultras e non solo, che sono legati nel loro tragico destino comune dal fil rouge di aver vestito per una volta, forse quella definitiva, per scelta, necessità, casualità o consuetudine, i panni del cane sciolto. Di colui che è fuori dal gruppo. Colui che viaggia da solo e pertanto ne gode dei benefici e delle ineluttabili conseguenze drammatiche. Sono storie di cani sciolti. Semplicemente”.

Come si può far capire alle persone che, al di là di quello che si vede in televisione, il tifo in Italia ha radici molto lontane, ormai storicizzate e che sono strettamente legate alla storia sociale del paese?

Conferire la dignità di cui sopra alla produzione letteraria degli e sugli ultras, narrativa o saggistica che sia, determinerebbe un innalzamento dei livelli di analisi da parte dell’opinione pubblica, dei media e anche dei tutori dell’ordine. La conoscenza di un fenomeno, narrato per quello che è, senza tabù pregiudiziali, comporterebbe, se non la legittimazione di uno stile di vita, perlomeno l’abbrivio di una comprensione maggiore e di una chiave di lettura del fenomeno inserita in un coerente contesto storico, culturale e sociale e non semplicemente liquidato come un caso di ordine pubblico.

Quando si finisce di scrivere, ripercorrere la storia di una tifoseria, qual'e' la sensazione più forte che si ha dentro?

Nel mio caso equivale al compito che si erano prefissati gli antichi amanuensi, ovvero tramandare una storia, una tradizione ed un insieme di eventi altrimenti demandati alla narrazione orale e come tale suscettibile di alterazioni, omissioni ed esasperazioni. La ritengo quasi una missione storiografica nel senso più corretto del termine. Etimologico direi. Quindi quando metto il punto ad una storia la soddisfazione è pari ad un coro ben riuscito, ad una coreografia mozzafiato…o per i più maliziosi, ad uno scontro alla pari leale e vittorioso.

Perchè la gente dovrebbe leggere questo tipo di libri?

Perché no? Si legge tanta di quella spazzatura impostaci dalle lobby delle major dell’editoria, che utilizzano le stesse logiche di saturazione del mercato dalle omologhe major musicali. Imponendo modelli e stili di consumo anche nella poca letteratura che si continua a vendere e produrre in questo derelitto Paese. Abbiamo esaltato autori mediocri, in Italia un Moccia qualunque diventa scrittore e regista, si incatenano ponti con lucchetti amorosi, l’editoria italiana è nutrita ipertroficamente di spazzatura da blocbuster e allora mi chiedo perché mai non dovremmo perdere qualche ora del nostro sacro tempo leggendo delle vicende di alcuni pazzi che hanno impegnato la propria vita dietro uno striscione, in difesa di valori assurdi per la maggior parte di quella società che è stata incapace di sostituirli con altri, ottenebrando menti e cementificandone le coscienze? A voi l’ardua sentenza…

MAURIZIO (PROGETTO ULTRAS)
Perché hai deciso di dare vita ad una biblioteca Ultras?


Il fenomeno del tifo calcistico è divenuto nel corso degli ultimi trent’anni materia di studio e d’indagine,sia a livello di ricerca storico-sociologica che di analisi più spiccatamente empirica, producendo un’ampia e piuttosto disomogenea letteratura sull’argomento; gli studi sinora prodotti hanno comunque permesso di avere un quadro piuttosto esauriente delle caratteristiche centrali proprie del tifo organizzato in Europa, evidenziando come al di là delle ovvie differenze tra le diverse situazioni si possa parlare di un’unica e specifica “sottocultura” ultrà con caratteristiche organizzative proprie e modelli culturali di riferimento specifici. Contenuti ma anche dati statistici sono a disposizione di chiunque sia interessato ad approfondire il tema : studenti universitari (sono molte le tesi di laurea sull’argomento),ricercatori o semplicemente tifosi che vogliano ripercorrere le tappe storiche e l’evoluzione del “mondo”cui appartengono,o semplicemente tenersi aggiornati sugli eventi e le iniziative che provengono dalle altre curve. L’archivio sul tifo raccoglie studi e testimonianze sull’argomento, ma non solo; sono catalogati materiali forniti e scritti dagli stessi tifosi, in passato quasi esclusivamente sotto forma di “fanzines”, oggi in gran parte tramite i numerosi “forum” presenti in Internet..Inoltre l’Archivio ha una rassegna stampa giornaliera che curiamo quotidianamente e dove sono catalogate non solo notizie che riguardano il mondo del tifo e del calcio, ma anche eventi e problematiche legate in generale all’universo giovanile nella società moderna, temi che inevitabilmente ritroviamo anche intorno al mondo del pallone,come ad esempio il fenomeno del razzismo nelle sue diverse forme e manifestazioni. L’Archivio può fornire dunque materia d’approfondimento e di studio, ma allo stesso tempo negli anni è stato ed è tutt’ora anche luogo di scambio di informazioni e di conoscenza per e tra i tifosi che vivono la propria passione a 360°..

Che significato ha la letteratura Ultras in Italia?

Ogni fenomeno di massa di vaste proporzioni ha avuto ed ha una propria letteratura, e quello del tifo ovviamente non fa eccezione. A maggior ragione, del resto, trattandosi di un fenomeno che trova adesione da parte di una così ampia ed eterogenea categoria di persone, di diversa età,estrazione sociale,credenza politica ecc. Credo potrebbe bastare anche solo questo aspetto, il potere di aggregazione che il fenomeno del tifo esercita su tipologie di persone tanto diverse, a rendere non solo dignitosa ma necessaria una letteratura che ne approfondisca i meccanismi e le dinamiche.Letteratura che ha senz’altro, a mio parere, almeno a livello sociologico e d’informazione pari dignità rispetto agli studi di altri settori. Del resto, la centralità che il dibattito sul tifo organizzato ha assunto in seguito ai drammatici eventi degli ultimi giorni, ha mostrato ancora una volta come ci sia un diffuso bisogno di conoscenza del fenomeno. Soprattutto delle dinamiche che creano l’appartenenza a questa specifica forma di aggregazione,che diventa per molti giovani importante punto di riferimento e microcosmo a sé stante, e che possono in alcuni casi – ma non è la regola – portare a degenerazioni quali quelle cui abbiamo assistito in questi giorni .

E a che cosa può servire una letteratura Ultras in Italia?

A capire,sicuramente..a volte, invece di riempire il nostro aimè già decadente palinsesto televisivo con fiumi di congetture sulle motivazioni che starebbero alla base dei comportamenti degli “ultrà”, e ancor prima sulle radici del tifo organizzato e della vita di curva e del perché questa diventi per molti giovani,e non solo, un punto di riferimento così importante, sarebbe più semplice e sicuramente più corretto ascoltare la voce dei diretti interessati..! La letteratura del tifo può in parte assolvere questo compito,e in ogni caso perlomeno fornire le basi minime di conoscenza del fenomeno che chiunque voglia approfondire e discutere dovrebbe avere. Inoltre questo tipo di letteratura è già da anni ampiamente saccheggiata da quanti studiano il fenomeno dal punto di vista sociologico studenti universitari ( molte le tesi che analizzano il tifo e ne approfondiscono i diversi aspetti,dall’evoluzione dei legami con la politica alle differenze con gli usi degli altri Paesi al fenomeno della violenza e del razzismo negli stadi) ma anche docenti,ricercatori,sociologi (un esempio su tutti Alessandro Dal Lago, in cattedra all’ateneo di Bologna fino al 1997,che ha analizzato il fenomeno con testi divenuti materia di studio del suo corso di Sociologia presso il Dipartimento Arti,Musica e Spettacolo -DAMS- della nostra città). Ritengo infine che il fenomeno del tifo organizzato, non essendo negativo “in sé” (salvo,ovviamente, degenerazioni,le cui motivazioni andrebbero comunque ricercate), sia al contrario potenzialmente portatore di valori sani e positivi,che spesso non vengono valorizzati,e quindi sono convinto che una conoscenza meno superficiale possa senz’altro aiutare a renderlo meno “svilito”..

Tu tieni anche incontri nelle scuole. Che tipo di reazioni hai visto in relazione all’argomento, soprattutto da parte del personale docente?

C’è sempre molta curiosità e interesse sull’argomento sia da parte dei ragazzi che del personale docente,che si è dimostrato nella maggioranza dei casi ricettivo e collaborativo. Credo che alla luce degli ultimi fatti di cronaca che hanno riportato prepotentemente e purtroppo tristemente il fenomeno alla ribalta, non solo l’ istituzione scolastica ma tutto il mondo civile dovrebbe comprendere l’importanza di un’educazione alla cultura sportiva che parta innanzitutto dalle scuole, poi da iniziative comuni che arrivino alle curve e dalle curve stesse. In Europa del resto, Paesi come l’Inghilterra e la Germania promuovono da anni iniziative ed incontri per e con i giovani che frequentano attivamente le curve o che potrebbero avvicinarsi ad esse, ed esistono gruppi di lavoro e ricerca finanziati e legittimati dallo Stato ed organizzazioni internazionali (come il FARE, rete antirazzista europea, di cui anche il Progetto Ultrà fa parte) che fanno della prevenzione e dell’educazione prima ancora che della repressione lo strumento principe per comprendere, dunque tentare di arginare ( i risultati non sono mancati ) le degenerazioni del tifo, valorizzandone al contrario gli aspetti positivi Il fatto che tu stesso manifesti delle perplessità in merito alle reazioni che possono avere le istituzioni scolastiche rispetto ad iniziative di questo tipo,invece di darne per scontato l’utilità, dimostra come anche in questo campo in Italia ci sia ancora molta strada da percorrere.
 
posted by Senza Padroni at 4:36 PM | 0 comments
domenica, maggio 18
L'informazione: l'arma dei governi.


Se conosci un Ultras, rischi di finire in prima pagina per terrorismo.
Se conosci un mafioso, male che va, ti becchi un posto in Parlamento.
 
posted by Senza Padroni at 5:37 PM | 7 comments
sabato, maggio 17
Una buona... ogni tanto!

Calcio, Perduca-Staderini: roba da stato di polizia, riformare leggi d'emergenza.

L'Osservatorio un'anomalia autoritaria da abolire.
Maroni si assuma le sue responsabilità.

Dichiarazione di Marco Perduca, senatore radicale eletto nelle liste del Partito Democratico,
e di Mario Staderini, della Direzione nazionale di Radicali Italiani L'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, così come le prefetture, si muovono su di un'impostazione culturale e normativa autoritaria, spesso anticostituzionale, che ha fatto dell'emergenza la normalità.
L'Osservatorio ha "vietato" la trasferta dei romanisti a Catania a seguito di un intervista del Prefetto sul quotidiano La Sicilia e degli interventi anonimi su alcuni blog, e oggi vieterà la trasferta degli interisti perché i giornali scrivono che i romanisti andranno a Parma.
In realtà l'unico divieto sarà quello di riservare un settore ai tifosi ospiti, con l'effetto di avere tifosi catanesi e romanisti, parmensi e interisti, a stretto contatto un po' in tutto lo stadio.
Nessuno, infatti, potrà vietare ad un tifoso romanista di recarsi a Catania a vedere la partita; ed infatti sono migliaia i tifosi della Roma gia muniti di biglietto.
Il Ministro Maroni farebbe bene ad assumersi le sue responsabilità piuttosto che affidarsi a soluzione burocratiche, quindi cervellotiche e pericolose.
Un prefetto che gestisce l'ordine pubblico vietando ai tifosi di andare allo stadio è come il calciatore che pretende di tirare un rigore senza portiere.
Non è una questione di par condicio tra tifoserie, ma di legalità e di capacità di governo.
Il calcio deve uscire dal contesto da stato di polizia in cui lo hanno ridotto venti anni di leggi d'emergenza e di gestioni anacronistiche dell'ordine pubblico.
Occorre riportare la disciplina normativa nell'alveo della costituzionalita', anziché affidare la libertà di movimento e di manifestazione del pensiero ad organismi come l'Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive, un'anomalia autoritaria da abolire il prima possibile".
 
posted by Senza Padroni at 3:12 PM | 1 comments
venerdì, maggio 16

Sondaggi, pareri, televoto, telefonate da casa... "secondo te è giusto?"... "secondo me si"..."secondo me no". Si è parlato di par condicio, di pari trattamento. Tutto a favore di un organo (non sappiamo di che tipo, ma è un organo) che se la ride sotto i baffi pensando alla stupidità degli italiani (secondo me, sono anche un pò increduli).
Non stiamo parlando di amici della filippi o del grande fratello, ma semplicemente delle trasferte vietate ai romanisti prima e agli interisti dopo, giusto per equità.
Zenga, riferendosi a Catania-Roma, dichiara "non capisco perchè, se ci sono pericoli e rivalità tra le due tifoserie, la trasferta non si debba vietare solo perchè è l'ultima partita dell'anno".
Mancini e tutta la dirigenza nerazzura hanno dichiarato il silenzio stampa e non hanno commentato l'accaduto.
I tifosi romanisti si muoveranno: chi a Parma, chi a Catania, ma qualcuno andrà da qualche parte.

I tifosi interisti faranno il tifo fuori dal Tardini, cosa palesemente più pericolosa di assistere alla gara dall'interno dello stadio... lo capirebbe anche un bambino di 10 anni!

Ma quello che mi fa più rabbia non è tanto tutta questa confusione, scambio di pareri e sondaggi che sono nati dalle ingiustizie sui tifosi romanisti e interisti, ma il fatto che nessuno denuncia o attacca minimamente l'Osservatorio sulle Manifestazioni Sportive, che gode di un immunità e di un potere pari quasi a quello di una dittatura. Se n'è già discusso in post precedenti: la Costituzione parla chiaro...

La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.

Semplice: se non c'è atto motivato, non si può limitare la libertà di persona.
E in questo caso qual'è l'atto motivato? Essere nati in una determinata città, essere residenti in una determinata città e tifare per una determinata squadra.
Storie ed errori sentiti e risentiti, letti e riletti nei libri di storia.
In questo paese di predica bene ma si razzola malissimo!
Si spinge, si porta avanti la lotta al razzismo e i primi a commettere discriminazione sono proprio loro, coloro che ci governano e che dovrebbero darci l'esempio!
Quale esempio?
Qui soltanto i fessi sono obbligati a rispettare la legge. E' una storia che conosciamo fin troppo bene!
Quali mezzi ha un cittadino per denunciare queste ingiustizie che ci passano, di giorno in giorno, sotto gli occhi?

In poche parole, oltre a violare palesemente la Costituizione, stanno quasi legalizzando il razzismo in questo paese.

Immaginatevi Napolitano in visita a Napoli:
migliaia di persone e il Presidente che cerca di convincere che a Napoli non sono tutti delinquenti e criminali.
Dopo due giorni arriva la decisione dell'Osservatorio: trasferta vietata perchè i tifosi napoletani sono TUTTI violenti.
"Leggeremente" contraddittorio.
Un' intera tifoseria non è e non sarà mai soggetto unico. Una tifoseria è composta da migliaia di soggetti tutti diversi tra loro: chi più violento, chi meno; chi pacifista, chi bombarolo etc etc.
Non sarà mai giusto o non giusta la trasferta degli interisti a Parma o quella dei romanisti a Catania. E' una questione di principio.
E' la discussione in se che non è giusta, è la decisione che è incostituzionale! In un paese civile e rispettoso verso la propria costituzione, un teatrino del genere non si sarebbe mai montato.
La stupidità, l'incoerenza e la scarsa memoria degli Italiani non ha limiti.


 
posted by Senza Padroni at 10:26 AM | 0 comments
giovedì, maggio 15
Quelli che benpensano...

Dopo Scozia Italia erano diventati un modello del tifo corretto e caloroso.
Ieri ne hanno combinate di tutti i colori a Manchester.
chissà come la pensano ora i ciarlatani da salotto televisivo...

Notte di follia a Manchester

Un tifoso dello Zenit accoltellato. Cariche della polizia e feriti. Il centro della città devastato. I disordini dopo il guasto del mega schermo a Piccadilly Gardens e al termine della sfida. Sotto accusa la vendita di alcolici fin dal mattino.

LONDRA (Gb), 15 maggio 2008 - Un tifoso dello Zenit accoltellato fuori dallo stadio (ma non è in pericolo di vita), decine di feriti meno gravi e 30 persone arrestate. Questo il bilancio della notte di guerriglia che ha fatto da contorno alla finale di coppa Uefa fra Glasgow Rangers e Zenit St. Pietroburgo (vinta dai russi per 2 a 0) disputata a Manchester. Impressionanti le immagini pubblicate dalla stampa inglese questa mattina, dove si vedono poliziotti in tenuta anti-sommossa che si scontrano ripetutamente con i fan delle opposte fazioni in diversi punti della città. Una città che, a detta del Sun, si è trasformata in una vera e propria zona di guerra, con la gente attorno a Piccadilly Gardens (dove era stato approntato uno dei maxi schermi per i fan senza biglietto) a osservare attonita e terrorizzata quando stava accadendo.
MEGA SCHERMO - "C’erano centinaia di tifosi che scappavano – ha raccontato un testimone - e i poliziotti che correvano loro dietro. Sembrava di essere in guerra, con bottiglie che volavano dappertutto, ragazzi buttati per terra, auto danneggiate e sangue ovunque". A peggiorare la situazione, l’incidente occorso a un fan dei Rangers, investito da un minicab, mentre gli altri tifosi arrabbiati se la prendevano con i finestrini della vettura, mandandoli in frantumi. Danni anche alla vetrina di un negozio Boots (catena di farmacie) che, a quanto è poi emerso, sarebbe stato anche saccheggiato. I problemi sarebbero iniziati a circa un quarto d’ora dall’inizio della partita, quando il megaschermo di Piccadilly Gardens si sarebbe rotto, gettando così nello sconforto i 10.000 tifosi che si erano assiepati lì sotto. A quel punto, sono cominciati i primi disordini, con i poliziotti costretti ad intervenire per placare gli animi dei più esagitati, fra colpi di manganello e vetri spaccati. Gli scontri sono andati avanti per tutta la partita, mentre il grosso dei tifosi (la maggior parte dei quali già ubriachi da diverse ore) cercava di raggiungere una delle altre aree a loro dedicate, per poter assistere in qualche modo al match.
DELUSIONE - "Stavamo facendo il conto alla rovescia a Piccadilly Gardens in attesa della partita – ha raccontato al Daily Mail il 19enne Alasdair Griffiths – quando lo schermo si è spento ed è apparso un messaggio che diceva che c’erano dei problemi e di andare a cercare gli altri megaschermi sparsi per la città. Molti di noi, però, non sapevano dove andare e la cosa è degenerata in fretta, anche perché lì c’erano almeno 40.000 persone, incavolate e deluse per quanto era appena successo. A un certo punto sono arrivati i poliziotti e la gente ha cominciato a tirare bottiglie e altro, mentre loro hanno attaccato. Io e i miei amici ce la siamo filata, ma purtroppo abbiamo perso la maggior parte dell’incontro".
UBRIACHI - "Il problema non è stata la rottura dello schermo – ha spiegato, invece, Jo Murphy, 41enne tifoso del Celtic – bensì il fatto che abbiano cominciato a vendere alcolici dalla 10 della mattina. Avevo intenzione di andare a vedere la gara a Piccadilly Gardens, ma quando sono arrivato mi sono accorto che era un vero delirio: gente che spingeva e urlava, ho visto persino dei bambini nelle carrozzine. L’atmosfera non era affatto bella e così me ne sono andato”. Ovviamente, a far esplodere con ancora maggiore violenza la rabbia dei supporter scozzesi ha contribuito la sconfitta dei Rangers e alla fine il bilancio parla di una trentina di arrestati, sei dei quali in relazione all’accoltellamento ai danni del tifoso russo. Ma a farne le spese peggiori di questa notte della vergogna ultrà è stata la città di Manchester, ridotta a una discarica, con cartacce e sporcizia ovunque, senza contare i danni a vetrine e auto in sosta. "Ci avevano detto che sarebbe stato un evento sportivo di altissimo profilo – si è lamentato Simon McClean, 38enne di Manchester – e, invece, adesso ci ritroviamo con il centro della città trasformato in una gigantesca latrina, visto che molti hanno pure fatto i loro bisogni per le strade. E’ stata davvero una vergogna".

 
posted by Senza Padroni at 1:38 PM | 1 comments
mercoledì, maggio 14
Tifosi viola alla Festa della Polizia.

L'invito arriva dal questore di Firenze Francesco Tagliente che vuole cosi' dimostrare la gratitudine ai 30mila tifosi viola e a quelli dell'Empoli per la correttezza sportiva, tenuta durante l'anno calcistico, dentro e fuori lo stadio. In particolare, la trasferta dei tifosi fiorentini a Torino e' una delle priorita' nell'agenda degli impegni del Questore di Firenze per questa settimana. Nella stessa serata di domenica scorsa, subito dopo la conclusione della partita Fiorentina- Parma, ha avviato una serie di contatti che proseguono ancora con i rappresentanti di vertice dell'Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive, della Questura di Torino, di Lottomatica e degli stessi tifosi viola, per favorire la trasferta del maggior numero possibile di supporter fiorentini a Torino. Con il Questore di Torino ha concordato di agevolare anche la promiscuita' nei settori delle due tifoserie. "L'iniziativa - ha detto Tagliente - vuole essere un'ulteriore risposta alle tifoserie che, nel corso dell'anno, hanno mantenuto un comportamento corretto".
 
posted by Senza Padroni at 7:00 PM | 3 comments
sabato, maggio 10
Notizie del fine settimana...

Daspo per 2 tifosi Roma e 2 Samp
Stadi vietati per un anno

Due tifosi romanisti e due sampdoriani sono stati colpiti da provvedimenti di divieto di accesso negli stadi (Daspo), della durata di un anno. I provvedimenti sono della questura di Genova. Per 3 di loro, due romanisti e un sampdoriano, i divieti sono scattati in relazione alla gara di domenica scorsa Samp-Roma. Il quarto era stato invece ripreso in video per due volte, in occasione di altri incontri della Samp, mentre stava a cavalcioni su una ringhiera adiacente la recinzione del campo di gioco.

mah!

Catania, scarcerati altri 11 ultras

Il tribunale del riesame ha annullato l'ordine di custodia cautelare per i tifosi del gruppo Anr, accusati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale

CATANIA - Il Tribunale del riesame di Catania ha annullato l'ordine di arresto per 11 dei 13 ultras dell'Associazione non riconosciuta (Anr), arrestati il 16 aprile corso dalla polizia nell'ambito dell'operazione 'No stop' per associazione per delinquere, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesioni personali, porto di armi improprie e di materiale esplodente. Gli altri due indagati erano stati già scarcerati da un altro collegio del 'riesame'.

Secondo la tesi dell'accusa, sostenuta dalla Procura della Repubblica di Catania, il gruppo Anr agiva "per turbare l'ordine pubblico" e aveva come obiettivo non di seguire la partita ma quello di "compiere atti di violenza contro le forze dell'ordine" tanto che in un'intercettazione ambientale gli ultras, parlando della polizia dicevano "la fine di Raciti devono fare..".
Tra gli indagati dell'Anr tornati in libertà c'è anche il capo del gruppo...già rinviato a giudizio per gli scontri del 2 febbraio 2007 durante il derby Catania-Palermo, in cui rimase ferito mortalmente l'ispettore di polizia Filippo Raciti.

e in più....

Pic of the week

Manfredonia-Pro Vasto 1-1

 
posted by Senza Padroni at 10:11 AM | 8 comments
venerdì, maggio 9
Carramba!... che bei ricordi!
tratto dalla rubrica "Auguri & Saluti" del sito manfredonia.net



meno male che ci sono anche i video di quei momenti indimenticabili :) eeeeeeh si! bei ricordi! :)


 
posted by Senza Padroni at 2:37 PM | 3 comments
lunedì, maggio 5
La malainformazione e la strumentalizzazione.

Che sia chiaro:
Quei ragazzi di Verona sono tutti da condannare, ma non si può parlare sempre male degli ultras o vedere sempre i filmati di Catania quando succede qualcosa, anche approssimativamente legata, come in questo caso, al mondo ultras.
Non si può pensare sempre ed esclusivamente agli ultras ogni qualvolta una gara viene sospesa per motivi di ordine pubblico... stanno esagerando!
Se l'ANSA non sa come sono andate le cose è meglio che non scrive... cazzo!
Ogni scusa è buona per tirare un pò di merda, e intanto Spaccarotella torna a lavoro come se nulla fosse successo...


 
posted by Senza Padroni at 3:53 PM | 1 comments