sabato, dicembre 22
Dopo mesi di veleni, passati a battere la testa contro un muro, domandandosi il perchè in Italia le cose devono andare sempre a cazzo di cane o sempre dalla parte del comodo e non della verità e soprattutto perchè una persona deve essere fermata, arrestata e giudicata da una nazione intera come il colpevole di un omicidio, solo perchè si doveva trovare subito un colpevole, preferibilmente ultras o pseudo, e solo perchè in fondo si aspettava una "scusa" per coinvolgere l'opinione pubblica e cambiare e fissare definitivamente il giudizio sugli ultras come CRIMINALI per poter giocare come meglio si credeva con le leggi, violando in silenzio diritti fondamentali dell'uomo... tanto quelli li sono animali!
Ma non ci siamo mai arresi, neanche quando è stato letteralmente cestinato e messo da parte un verbale di uno di loro, che ammetteva di aver preso in retromarcia Raciti, neanche quando per la prima volta il RIS di Parma cominciava ad esserci simpatico con la sua bella perizia che mandava in aria tutti i disegnini dei ministri e i progetti e progettini dei periti del cazzo dei vari giornali e tv, neanche quando qualche giudice si ostinava come un bambino di fronte a queste notizie e si sostituiva a chi il perito lo fa di professione, spazzando via ogni prova perchè i fatti sono andati così e devono andare così punto e basta!
E adesso un pò di luce si sta facendo, non ci interessa se queste notizie non troveranno posto nelle loro prime pagine o nei loro salotti televisivi, tanto si sa che fa sempre notizia qualcosa che ci va in culo; l'importante è che da oggi un ragazzo rivede uno spiraglio di libertà, perchè tanto lui potrà anche uscire pulito da tutto, diventare anche presidente della Repubblica, ma rimarrà sempre il famigerato ultras assassino.
LUNGA VITA AGLI ULTRAS E A CHI VIENE SPACCIATO PER TALE!




Cassazione: annullato arresto di Speziale

ROMA - "Ordinanza che incorre in un vizio di palese contraddittorietà" anche perchè la decisione del giudice è stata emessa in base ad elementi di indagine non sufficienti. È quanto scrive la Prima sezione penale della Cassazione nella sentenza numero 47452 che ha annullato con rinvio l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale di libertà dei minori di Catania nei confronti di Antonio Speziale, accusato dell'omicidio dell'ispettore di polizia Filippo Raciti durante gli scontri in occasione dell'incontro di calcio Catania-Palermo il 2 febbraio scorso.

I giudici della Cassazione chiedono quindi una valutazione più approfondita degli elementi raccolti durante le indagini sull'omicidio. L'ordinanza impugnata, secondo gli ermellini, incorre in un vizio di "manifesta illogicità da un lato criticando come inaffidabili i metodi di indagini e le conclusioni peritali e dall'altro opinando che i risultati conseguiti, pur ritenuti inficiati di vistosi errori metodologici, convalidino l'assunto accusatorio".

Logicamente incongrua, secondo la Prima sezione penale, appare la conclusione che "l'esito solo parzialmente positivo di 5 prove d'urto su 14 (le prove tra i lavello presumibilmente usato per uccidere Raciti e il giubbotto) autorizzi la conferma della validità dell'assunto dell'accusa piuttosto che il suo contrario".

I giudici hanno ritenuto non adeguatamente motivata anche "l'affermazione che l'individuazione sul giubbotto di Raciti di particelle di carbonato di calcio e silicato di alluminio, ritenute normalmente provenienti da intonaci e rivestimenti murali e rinvenute anche sul sottolavello in sequestro e sul muro da cui è stato sradicato, sia, di per se, confermativa dell'avvenuto impatto tra questo e il giubbotto indossato dalla vittima avendo il Gip in contrario, osservato che questi elementi potrebbero con altrettanta probabilità essere derivati dal lancio, effettuato dai rivoltosi, di sassi e materiali vari contenenti dette particelle".

Palesi incongruenze, secondo il giudici, si evidenziano quando esaminando il quadro indiziario preesistente alla perizia il tribunale di Catania aveva ritenuto, "attraverso illazioni e congetture riferibili allo Speziale le indicazioni fornite dal Raciti su un soggetto 'alto e grosso, con i capelli un pò cosi", laddove si dà contestualmente atto che l'indagato (non si dice se effettivamente alto e grosso) indossava un cappello che nascondeva i capelli".

Gli ermellini chiedono così un nuovo esame da condurre da parte del tribunale in stretta aderenza alle risultanze processuali e limitando i poteri di critica dei dati delle perizie raccolte all'impiego di strumenti logici, "con esclusione del ricorso alla scienza privata del giudice in materie richiedenti competenze tecniche scientifiche".
 
posted by Senza Padroni at 10:49 AM |


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