mercoledì, febbraio 7
COMMENTO SULLA MORTE DEL POLIZIOTTO FILIPPO RACITI
Di Haidi Gaggio Giuliani


Filippo è morto.Sul lavoro. Ne muoiono in media tre al giorno, sul lavoro, uccisi dalla precarietà, dallo sfruttamento, dalla mancanza di rispetto delle regole,dal Mercato. Ma Filippo ha una divisa,
dello Stato. Ho sempre sofferto, per ogni morte; da cinque anni ogni morte mi fa soffrire il doppio e Filippo, a parte la divisa, potrebbe essere mio figlio. Chi è responsabile della morte di Filippo? Dicono gli Ultras, i criminali, dicono. Ma chi ha, da sempre, interesse a fomentare la tifoseria,ad eccitare gli animi? Il Mercato, naturalmente. Chi si autoassolve quando eccezionalmente vengono alla luce gli acquisti dei risultati finali, la compravendita di intere partite, la corruzione dei giudici (tali ci spiegano sono gli arbitri di un incontro di calcio)? I padroni del Mercato, ancora e sempre loro. Nel caso di Catania, in particolare, forti tensioni tra cittadini e Forze dell’Ordine si verificano già nei giorni immediatamente precedenti la partita: non riguardano la tifoseria, riguardano il contrasto alla mafia in un quartiere cittadino che coinvolge anche donne e ragazzini. Di questo non veniamo informati dai grandi media che oggi mostrano tanto interesse intorno alla morte di Filippo: la rivolta fuori dallo stadio si scatena, imprevedibile. Imprevedibile? Ma non avevano detto che si trattava di una partita ’a rischio’? Perchè non è stata sospesa? Perchè non si è sospesa neppure quando i gas lacrimogeni hanno cominciato a invadere il campo? Neppure quando Filippo ha cominciato a morire? Chi è responsabile della morte di Filippo? Spesso giovani tifosi mi hanno raccontato che, fermati dopo una partita, sono stati portati in caserma e costretti a percorrere “il corridoio”: due file di poliziotti che con manganelli, calci,pugni e sputi colpiscono alla cieca. Nessun verbale di fermo, nessuna denuncia. Una punizione, o una prova di forza, che hanno conosciuto anche i manifestanti di varie nazionalità portati nella caserma di Bolzaneto, nel 2001 qui a Genova. C’è un processo in corso, a carico dei dirigenti delle varie polizie che tuttavia non sono stati sospesi: molti di loro, al contrario, sono stati promossi e, come i colleghi presenti alla Diaz, ricoprono incarichi di grande responsabilità. A Bologna la Procura ha aperto recentemente le indagini su strani personaggi che affiancavano gli agenti della Polizia locale in operazioni di ordine pubblico: sembra che facciano parte di un’associazione privata denominata Corpo delle pattuglie Cittadine; nel giugno del 2005 si sono particolarmente distinti nel pestaggio di cittadini che manifestavano la loro contrarietà a una parata militare, agendo fianco a fianco con i poliziotti. Sono solo alcuni esempi: che cosa c’entrano con Filippo che non tornerà più a casa dai suoi bambini? C’entrano, secondo me, c’entrano molto. Perchè è inutile continuare a rivolgere appelli di pace al popolo delle tifoserie e chiedere che gli infiltrati e i violenti vengano isolati: questo non potrà avvenire finchè il ragazzo che va allo stadio vedrà nel poliziotto di fronte a lui un nemico. E’ inutile, come ho già scritto troppe volte,trasmettere fiction televisive su commissari integerrimi e carabinieri eroici. E’inutile, anzi dannoso, rilasciare indiscriminati attestati di fiducia e solidarietà alle forze dell’ordine, sostenendo una generica difesa corporativa che scontenta tutti, a cominciare proprio da quegli agenti che vorrebbero veder riconosciuto il loro lavoro, pulito e onesto. Inutile: se davvero si vuole ricucire un rapporto di fiducia con la cittadinanza, tutta, occorre prima fare pulizia negli apparati, cominciando a denunciare gli innumerevoli abusi commessi da uomini in divisa; occorre riprendere con decisione quell’opera di educazione democratica all’interno delle caserme [...]. E occorre dire con decisione ai padroni del Mercato di fare un passo indietro. Anche per rispetto a Filippo.
 
posted by Senza Padroni at 9:47 AM |


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